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Ignorate le richieste di aiuto per l’Hotel Rigopiano: “la valanga una bufala inventata da imbecilli”

Ignorate le richieste di aiuto per l'Hotel Rigopiano: "la valanga una bufala inventata da imbecilli". Diffuse le intercettazioni con le telefonate del signor Marcella che chiede aiuto

Il signor Quintino Marcella è il solo ad aver sentito con le sue orecchie le urla di disperazione e la richiesta di aiuto di un uomo disperato. Al telefono, tramite Whatsapp, c’era Giampiero Parete, un uomo che aveva visto crollare una slavina sull’Hotel Rigopiano, nella struttura in cui c’erano sua moglie e i suoi due bambini. Marcella aveva sentito la disperazione nella voce del suo amico e dipendente, aveva capito che bisognava fare qualcosa al più presto e ha cercato di farlo. Ma alla sua disperazione, alla sua preoccupazione, si è aggiunto un altro genere di sentimento: l’impotenza accompagnata dall’umiliazione che arriva dal non poter fare nulla perchè nessuno gli crede. E’ questo il quadro che emerge rimettendo insieme le telefonate fatta dal signor Quintino Marcella con le conversazioni che lasciano davvero interdetti. 

LA PRIMA TELEFONATA AL 113 SONO CIRCA LE 17,30 DEL 18 GENNAIO 2017 E’ APPENA CROLLATA LA SLAVINA SULL’HOTEL

Dopo aver parlato con un operatore, il centralino del 113 girò alla sala operativa del Ccs, il Centro di coordinamento dei soccorsi attivato la mattina stessa nella prefettura di Pescara.

Marcella: “Mi sente?”
Funzionaria: “Sì che la sento”.
M: “Sono Marcella di cognome, Quintino di nome. Il mio cuoco mi ha contattato su WhatsApp cinque minuti fa, l’albergo di Rigopiano è crollato, non c’è più niente… Lui sta lì con la moglie, i bimbi piccoli… intervenite, andate lassù”.
F: “Questa storia gira da stamattina. I vigili del fuoco hanno fatto le verifiche a Rigopiano, è crollata la stalla di Martinelli”.
M: “No, no! Il mio cuoco mi ha contattato su WhatsApp 5 minuti fa, ha i bimbi là sotto… sta piangendo, è in macchina… lui è uno serio, per favore”.
F: “Senta, non ce l’ha il suo numero? Mi lasci il numero di telefono (…). Ma è da stamattina che circola questa storia, ci risulta che solo la stalla è crollata. Che le devo dire?”.

Il signor Quintino prova a spiegare in tutti i modi che il suo amico non avrebbe motivi per raccontare una simile frottola, è padre di due figli, ha bisogno di aiuto. 

F: “Come si chiama quel cuoco?”.
M: “Giampiero Pareti. È quello della pizzeria, è il figlio di Gino…”.
F: “Sì, lo conosco benissimo il figlio di Gino, conosco lui, conosco la mamma. È da stamattina che gira ‘sta cosa. Il 118 mi conferma che hanno parlato col direttore due ore fa, mi confermano che non è crollato niente, stanno tutti bene”.
M: “Ma come è possibile?”.
F: “La mamma dell’imbecille è sempre incinta. Il telefonino… si vede che gliel’hanno preso…”.
M: “Ma col numero suo?”.
F: “Sì”.

Marcella però non si arrende. Potrebbe esser vero che la stalla è crollata a lui poco interessa. Lui ha parlato con Giampiero, è un suo amico, sa che non avrebbe scherzato su una cosa di questo genere, sa che deve continuare a chiedere aiuto e lo fa insistendo ancora, provando a rivolgersi altrove. Ma nessuno gli crede e la telefonata con questa funzionaria, che nel frattempo pare aver chiesto delucidazioni anche ad altri continua in questo modo: 

F: “Due ore fa, le confermo, al 118 hanno parlato con l’hotel. Non le dico una bugia! Ma se fosse crollato tutto, pensa che che rimarremmo qua”

M: “Si metta in contatto col direttore…”.
F: “Non so se si rende conto della situazione… Abbiamo gente in strada, gente con la dialisi, anziani. E io per lei… Provi lei a mettersi in contatto con il direttore. Non è scortesia. Arrivederci”.



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