Riforma pensioni: il Governo Gentiloni bloccherà le misure previdenziali?
Gentiloni porterà avanti l’iter della riforma pensioni oppure i mesi di trattative tra Governo e Sindacati andranno in fumo
La riforma delle pensioni andrà avanti nonostante la caduta del governo Renzi? Gentiloni porterà avanti l’iter della riforma oppure i mesi di trattative tra Governo e Sindacati andranno in fumo e tutto si concluderà con un nulla di fatto? Bisogna tener presente che nonostante sia cambiato il Presidente del Consiglio, il Governo è rimasto pressoché immutato. In particolare il Ministro del Lavoro e della Politiche Sociali è ancora Giuliano Poletti e questo ci permette di supporre in tutta tranquillità che la riforma delle pensioni possa andare avanti ed essere approvata con la Legge di Bilancio 2017. Insomma l’Ape cioè l’anticipo pensionistico, la proroga dell’opzione donna, la ricongiunzione non onerosa dei contributi, l’aumento delle quattordicesime dei pensionati e le misure inerenti a quota 41, dovrebbero essere confermate dal nuovo Governo Gentiloni. La continuità governativa garantita dal passaggio di consegne tra Renzi e Gentiloni, ci porta a pensare che quanto stabilito negli scorsi mesi riguardo la pensione anticipata 2017 dovrebbe essere approvato senza ulteriori intoppi dalla Camera dei Deputati. Lo stesso Ministro del lavoro, Poletti, dopo il giuramento ha precisato che il Governo non ha mai smesso di lavorare.
Il Governo Gentiloni inizia il suo lavoro
E’ evidente che solo un Governo di nuovi partiti avrebbe potuto bloccare la riforma delle pensioni. Ad essere confermate anche le misure sui precoci cioè su coloro che hanno iniziato a lavorare a 14, 15, 16 anni. Nella Legge di Bilancio, dunque, troveranno spazio, anche gli interventi relativi alla pensione anticipata dal 1 maggio 2017, dei lavoratori definiti disagiati con 41 anni di contributi e senza vincoli sull’età anagrafica. Ovviamente sono molti i requisiti che i precoci devono possedere per poter andare in pensione anticipatamente. I precoci continuano a ribadire la loro posizione, sempre la stessa da tempo: quota 41 per tutti senza se e senza ma. Negli ultimi giorni si parla di una possibile Manifestazione Nazionale per protestare contro la riforma, ma ancora questa notizia non ha avuto conferme.