Matteo Renzi premier: è possibile
Matteo Renzi Premier? A una parte del Pd non dispiace
Da giorni giungono proposte sull’ipotetica candidatura di Matteo Renzi a premier. Niente di certo ancora, ma diversi i politici ai quali non dispiacerebbe il sindaco di Firenze. Matteo Orfini, il leader dei giovani «turchi» che ha partecipato ieri sera della trasmissione Piazza Pulita su La7 ha dichiarato la sua approvazione: «Domani in direzione proporrò Renzi premier, dobbiamo giocare d’attacco. Parlo a titolo personale perché sono dimissionario dalla segreteria e la candidatura a Palazzo Chigi di Renzi sarebbe sul piano del governo una candidatura in grado di sfidare tutti. Domani (martedì 23, ndr) in direzione proporrò Renzi premier, dobbiamo giocare d’attacco». Anche Andrea Orlando, altro membro uscente della segreteria del partito, incalza l’idea: «Per la presidenza del Consiglio si può pensare ad una personalità terza e di grande profilo istituzionale oppure ad un leader politico. E Renzi rientra in quest’ultimo ruolo».
Renzi ha annunciato che si candiderà solo per il bene del Paese e per apportare dei cambiamenti all’interno di un partito che non ritiene più adeguato in un momento in cui l’Italia deve fare i conti con delle priorità quali l’emergenza lavoro. Il sindaco di Firenze dichiara: «Mi candido a cambiare il paese, ma non da segretario di un Pd vecchio stile. Non credo di essere particolarmente portato per fare il segretario del Pd che abbiamo visto in questi anni e in questi ultimi mesi. Così certamente no». In questo momento di confusione, amplificato dalle varie scissioni all’interno del Pd, Renzi potrebbe essere l’unico jolly, una scelta che avrebbe l’appoggio degli altri partiti. La risposta a un governo uniforme e con un unico obiettivo: risollevare il Paese.
In merito alle alleanze con gli altri partiti, il primo cittadino ha espresso il suo parere: «Il governo con il Pdl non è che lo propongo io, è un dato di fatto. Dopo le elezioni c’erano due alternative: o si andava subito a votare, appurato che non c’era una maggioranza, o si faceva un accordo con Grillo o il Pdl. Per due mesi ci siamo fermati e in qualche modo bloccati solo su alcune possibilità, come il governo della non sfiducia, una cosa molto politicista».