Rimpasto di governo, arriva il richiamo di Napolitano
Sembrava fosse andato tutto liscio per il premier Berlusconi che ieri ha nominato con il rimpasto di governo 9 nuovi sottosegretari appartenenti ai Responsabili, ma nella serata è arrivato il richiamo di Napolitano. Il Presidente della Repubblica, infatti, nel firmare i decreti di nomina ha invitato il governo ha dare la parola alle camere. Secondo il Quirinale, […]
Sembrava fosse andato tutto liscio per il premier Berlusconi che ieri ha nominato con il rimpasto di governo 9 nuovi sottosegretari appartenenti ai Responsabili, ma nella serata è arrivato il richiamo di Napolitano. Il Presidente della Repubblica, infatti, nel firmare i decreti di nomina ha invitato il governo ha dare la parola alle camere. Secondo il Quirinale, con le nuove nomine, sono entrati a far parte del governo esponenti di gruppi parlamentari diversi rispetto a quelli presentati nella coalizione vincente le elezioni politiche. Proprio per questo Napolitano ha invitato i Presidenti delle Camere e del Consiglio a “valutare le modalità con le quali investire il Parlamento delle novità”. In pratica un invito a verificare la tenuta del governo con un voto di fiducia.
Per i vertici del Pdl è un problema che non si pone. Dal voto del 14 dicembre ci sono stati, secondo loro, diverse verifiche parlamentari che avrebbero chiarito il quadro politico. Inoltre le nomine dei sottosegretari rientrano a pieno titolo tra i poteri del Presidente del Consiglio, per cui le norme costituzionali sono state rispettate. Dello stesso parere anche l’alleato Bossi.
Per Gianfranco Fini il richiamo di Napolitano rappresenta l’ennesima testimonianza dell’equilibrio del Presidente della Repubblica, mentre le opposizioni elogiano la richiesta avanzata dal Quirinale. Si tratterebbe in effetti di un “ribaltone” che va spiegato agli italiani sostengono Bersani e Bocchino. Si è creata una maggioranza diversa da quella uscita dalle urne, “retta da una pattuglia di mercenari a cui Berlusconi ha dovuto pagare un alto prezzo in termini di poltrone a spese delle istituzioni e dei cittadini”.
Giuseppe Procida