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Unione Europea: per l’Italia non ci sono aiuti

L’Unione Europea darà una mano al nostro paese? Sembrerebbe che l’Italia non avrà grandi aiuti dall’UE. Il ministro dell’Interno Maroni, dopo la riunione avvenuta a Lussemburgo, è uscito amareggiato e molto deluso dalle posizioni dei partner europei nei confronti del nostro paese. All’interno della riunione c’è stato un acceso dibattito sulla situazione dei migranti tunisini […]

L’Unione Europea darà una mano al nostro paese? Sembrerebbe che l’Italia non avrà grandi aiuti dall’UE. Il ministro dell’Interno Maroni, dopo la riunione avvenuta a Lussemburgo, è uscito amareggiato e molto deluso dalle posizioni dei partner europei nei confronti del nostro paese. All’interno della riunione c’è stato un acceso dibattito sulla situazione dei migranti tunisini che in questi giorni sono approdati a Lampedusa, in un disperato tentativo di fuggire dalla miseria e dalla povertà, senza tener conto che anche qui da noi la situazione non è delle migliori.

Incontrando i colleghi ministri dell’intera Unione Europea, l’Italia si è vista chiudere ogni possibilità di aiuto, nonostante i patti stipulati per i migranti da zone di guerra, firmati durante la guerra del Kosovo, ma quella era una guerra che coinvolgeva direttamente molti più stati. A Lampedusa, invece, i problemi sono solamente italiani. Che cosa sono poche migliaia di migranti che giungono sulle nostre coste? Nulla, ci viene detto dai vari ministri europei! È un problema che può essere affrontato tranquillamente dall’Italia, senza concedere visti temporanei o mobilitare esageratamente l’esercito.

Poiché le risposte e gli aiuti non arrivano ecco che Frattini e Maroni minacciano di ritirare i nostri militari in missione di pace, sparsi per i 22 paesi del mondo e che costano al nostro paese circa un miliardo e messo di euro. Secondo Maroni la crisi economica tocca anche il nostro settore militare e quindi è giusto preoccuparsi soprattutto dell’Italia, prima di mandare 8.000 militari in giro per il mondo. Richiamare i nostri soldati dal Libano e dal Kosovo, per primi, per pattugliare le nostre coste, per posizionare un blocco navale che impedirà ai barconi di raggiungere Lampedusa, come da accordi con la Tunisia.

Intanto continuano i rimpatri dei tunisini, tra dure proteste e fughe continue dai centri di accoglienza.

Teresa Corrado

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