Marco Travaglio: “Quanta retorica sui 150 anni dell’Unità d’Italia”
Come ampiamente prevedibile, i 150 anni dell’Unità d’Italia sarebbero stati l’occasione per politici e uomini delle istituzioni per sfoderare le loro abilità retoriche. La ricorrenza è diventata un invito a volersi tutti bene, a far finta che tutto va bene, a evitare opposizioni di qualsiasi genere. Marco Travaglio, sul blog di Beppe Grillo, dice che […]
Come ampiamente prevedibile, i 150 anni dell’Unità d’Italia sarebbero stati l’occasione per politici e uomini delle istituzioni per sfoderare le loro abilità retoriche. La ricorrenza è diventata un invito a volersi tutti bene, a far finta che tutto va bene, a evitare opposizioni di qualsiasi genere.
Marco Travaglio, sul blog di Beppe Grillo, dice che c’è poco da festeggiare. Lui non si sente fiero di essere italiano, anche perché a governare il Paese è una classe politica molto peggiore di quella che volle l’Unità.
“Io – ha scritto il giornalista del Fatto Quotidiano – personalmente in questo momento se dovessi dire che sono fiero di essere italiano, direi una bugia, mi vergogno di essere italiano, quindi come fanno quelli che si vergognano di essere italiani a celebrare i 150 anni, insieme a quelli diranno di essere fieri di essere italiani? Sarei fiero di essere italiano se la classe politica fosse quella di 150 anni fa, ma oggi la classe politica è il contrario di quello che era 150 anni fa e come si fa a festeggiare lo stesso evento quelli che si vergognano oggi di essere italiani, proprio perché sarebbero fieri di esserlo con la classe politica e con il popolo italiano di 150 anni fa che era molto diverso da quello di oggi, insieme a coloro che invece non vedono nessuna differenza o magari pensano addirittura che al governo abbiamo Cavour redivivo”.
“Non dimentichiamo – ha detto ancora Marco Travaglio – che abbiamo al governo uno psicopatico che ha addirittura dichiarato di essere il più grande Presidente del Consiglio degli ultimi 150 anni, non so se abbia detto italiano o se abbia lasciato più nel vago la cosa in modo che qualcuno potesse pensare che lo è addirittura a livello mondiale o, non poniamo limiti, planetario o intergalattico”.