Non è stata rapita ha inventato tutto Milena: “Voleva farla finita”
C'è una nuova versione nella scomparsa di Milena Santirocco: nessun sequestro, avrebbe cercato di togliersi la vita
La versione che ieri era stata data ai media dagli avvocati di Milena Santirocco aveva un che di sospetto. Si parlava di uomini che l’avevano sequestrata, poi rapita e incappucciata. E allora perchè la donna era stata poi avvistata in un bar in Campania? Oggi quel castello di bugie cade perchè Milena ha raccontato tutta la verità alla sua famiglia. Il suo è stato un allontanamento volontario. Spesso i familiari vanno in tv a lanciare appelli, dicendo che la persona scomparsa mai si sarebbe tolta la vita, mai avrebbe avuto un pensiero suicida. Lo escludono con certezza assoluta ma purtroppo alcune delle storie di cronaca degli ultimi tempi ci raccontano che non sempre, si conosce la persona che pensa di farsi del male, di andarsene con un gesto estremo.
Non sappiamo cosa sia successo a Milena ma nessuno l’ha rapita. E lei se vorrà, potrà dire cosa è accaduto, confermare o smentire quanto ricostruito in queste ore.
Milena non è stata rapita: “Volevo farla finita”
E’ il quotidiano Il Centro a ricostruire quello che sarebbe accaduto domenica scorsa, dopo la scomparsa di Milena; la donna si sarebbe inventata tutta la storia del sequestro. In pratica il suo sarebbe stato un allontanamento volontario seguito da un tentativo di suicidio. Milena avrebbe fornito un racconto spesso pieno di contradizioni e secondo il quotidiano abruzzese avrebbe ritrattato la sua precedente versione. Nell’interrogatorio avrebbe finito per parlare di una situazione familiare ed economica difficile che l’avrebbero spinta a scappare nel tentativo fi farla finita.
La donna avrebbe raccontato di essere arrivata in Campania chiedendo dei passaggi, dopo aver abbandonato al sua macchina e disconnettendo il telefono. Poi avrebbe dormito in strada. Avrebbe cercato di togliersi la vita, non è chiaro però dove e quando. Alla fine, si sarebbe decisa a chiedere aiuto in un bar a Castel Volturno, chiedendo al gestore di poter chiamare i suoi figli.