Il partito anti-var: esiste davvero e in che cosa consiste?
Si torna a parlare di Var dopo la partita Cagliari-Juventus e un presunto rigore non dato da Calvarese che farebbe parte del Partito anti VAR. Ai microfoni di Radio CRC il pensiero del presidente dell'AIA Marcello Nicchi.
PARTITO ANTI VAR: IN CHE COSA CONSISTE? Si torna a parlare ancora di VAR, dopo gli episodi avvenuti nelle scorse giornate come la “parata” di Torreira, l’espulsione di Ciro Immobile, il rigore non concesso al Crotone per il tocco di mano di Mertens, stavolta la protagonista è stata la Juventus. Nella partita Cagliari-Juventus infatti l‘arbitro Calvarese non sarebbe andato a controllare un fallo di mano in area della Juventus di Bernardeschi che avrebbe procurato un rigore per il Cagliari, tutto ciò anche dopo il suggerimento del VAR. Le accuse sarebbero appunto che Calvarese insieme ad altri arbitri come Irratti, non siano a favore dell’aiuto della nuova tecnologia e si rifiutino di usarla. Non si sa se questo sia vero, l’unica cosa che si può notare però è che Calvarese e Irratti sono gli unici due arbitri a non aver mai utilizzato l’ausilio del Var. Calvarese inoltre sembrerebbe essere l’unico a non aver mai dato indicazioni direttamente dal monitor, cioè quando il suo ruolo era quello di stare davanti allo schermo. I dubbi nascono dal fatto che i colleghi hanno utilizzato questa tecnologia mediamente due volte, con Valeri e Mariani che hanno il record di 5 e 4 volte rispettivamente.
PERCHE’ DOVREBBE ESISTERE IL PARTITO ANTI VAR?
Secondo molti questo “partito anti Var” nascerebbe da un lato per una presa di posizione di alcuni arbitri nei confronti di questa tecnologia che sfocerebbe nel loro rifiuto a usarla, per altri utilizzando il VAR si andrebbe incontro (nel caso di rettifica) a un’ammissione dei propri errori che per alcuni è inconcepibili. Altri sostengono che gli arbitri davanti lo schermo spesso non suggeriscano l’intervento per paura di trovarsi di fronte a un collega permaloso che possa pensare a una correzione delle proprie decisioni. Tutte osservazioni che potrebbero giustificare gli errori commessi fin’ora per via del rifiuto dell’utilizzo di questa tecnologia, in quanto come ricordiamo è sempre l’arbitro a decidere se visionare lo schermo e che decisioni prendere. Per ricordare a chi ci segue come funziona il VAR ricordiamo un nostro precedente articolo: come funziona il VAR?
PARTITO ANTI VAR: LE DICHIARAZIONI DEL PRESIDENTE DELL’AIA NICCHI
Secondo l’intervista al presidente dell’AIA, Marcello Nicchi ai microfoni dei Radio CRC: “Il Var? Su 900 casi, sono stati fatti 5 errori. Va meglio delle previsioni. Lo possiamo dire!”. Il bilancio sembrerebbe positivo, come dice lo stesso Presidente, sui 900 casi analizzati, il VAR ha quasi sempre lasciato correre tranne in 70 episodi, in 20 dei quali ha cambiato le decisioni dell’arbitro, su queste 70 decisioni solo 5 sono state considerate errate! Per quanto riguarda il VAR in generale, continua così: “Se devo esprimere la mia opinione, Var meglio delle previsioni. Ormai siamo in grado di poter dire dopo soli 4/5 mesi di applicazione e comunque dopo il girone di andata che i risultati sono positivi. Lo strumento fa giustizia e gli arbitri lo utilizzano con grande entusiasmo. Poi, stiamo lavorando per migliorarlo, ma i risultati sono incoraggianti.” Secondo Nicchi, l’Italia sarebbe considerata dal resto d’Europa come punto di riferimento per l’applicazione e lo sviluppo di questo metodo che sarà sempre più preciso e affidabile in futuro. Per quanto riguarda invece il modo di gestire il VAR da parte di Calvarese: “Siamo ancora in fase sperimentale. Non mi va di parlare del singolo arbitro. L’arbitro in campo resta centrale e resterà tale… Bisogna lavorare ancora.” Secondo il Presidente comunque non esisterebbe nessun “partito anti VAR”, solo una serie di coincidenze ed errori minimi che sono comprensibili visto che la tecnologia è stata introdotta da breve tempo.