Meneghin: il razzismo è da debellare
Iniziativa encomiabile della Federazione di Basket contro il razzismo. Il presidente della federazione Dino Meneghin in una nota inserita anche sul sito della federazione, invita tutti i giocatori e tifosi del basket a dipingersi il viso di nero per rispondere in modo deciso e unanime contro i seppur piccoli focolai di razzismo. La sua è […]
Iniziativa encomiabile della Federazione di Basket contro il razzismo. Il presidente della federazione Dino Meneghin in una nota inserita anche sul sito della federazione, invita tutti i giocatori e tifosi del basket a dipingersi il viso di nero per rispondere in modo deciso e unanime contro i seppur piccoli focolai di razzismo. La sua è una risposta ai fatti che hanno avuto luogo la settimana scorsa nei confronti di Abiola Wabara, cestista della Geas Sesto San Giovanni che, giocando una partita importante dei play off, ha subito insulti e cori razzisti da parte della tifoseria Como-Cantù, una quasi novità nel basket italiano.
La campagna lanciata da Meneghin e dalla federbasket, che ha come titolo “Vorrei la pelle nera” accoglie i plausi del presidente del Coni Petrucci e di tutti gli amanti “veri” dello sport e invita a dipingersi il volto di nero durante la prossima giornata di campionato di basket.
Sicuramente la settimana passata ha segnato una pagina nera nel mondo dello sport, soprattutto in quello del basket, ben lontano da schieramenti razzisti. Accade diversamente, invece, nel calcio, dove è difficile tenere a bada un gruppetto che dagli spalti può far partire insulti e cattiverie gratuite, come accadute spesso a giocatori di colore che militano nel nostro campionato.
Non sono pochi quelli che si sono visti attaccare per il colore della propria pelle e che, anche per la propria serenità, hanno deciso di lasciare il nostro campionato per lidi più tranquilli. Un esempio su tutti, è quello di Ballottelli giocatore di calcio della nazionale ed ex Inter, che, nonostante sia cittadino italiano a tutti gli effetti, ha preferito militare in campionati stranieri piuttosto che restare a subire i cori razzisti dei nostri tifosi.
Ben diversa dovrebbe essere la situazione negli stadi di altri sport italiani, dove la correttezza e l’amore per lo sport dovrebbe spegnere ogni animosità di carattere razziale per lo spettacolo che ogni partita, ogni competizione può regalare.
Teresa Corrado
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