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C’era una volta la Juventus…

Un déjà-vu ormai divenuto una litania, per i tifosi bianconeri: siamo a Febbraio, e gli Obiettivi, quelli importanti, già svaniti, con la speranza di aggrapparsi a un quarto posto per scongiurare l’ennesimo fallimento. Hai voglia ad aggrapparti alla scusa della retrocessione : nello stesso anno c’era in B il Napoli, che vantava gente del calibro […]

Un déjà-vu ormai divenuto una litania, per i tifosi bianconeri: siamo a Febbraio, e gli Obiettivi, quelli importanti, già svaniti, con la speranza di aggrapparsi a un quarto posto per scongiurare l’ennesimo fallimento. Hai voglia ad aggrapparti alla scusa della retrocessione : nello stesso anno c’era in B il Napoli, che vantava gente del calibro di Calaiò e Inacio Pià; i partenopei, con  Marino, sono riusciti a programmare un approdo graduale alla vetta.

La Juve del dopo Moggi,  affidatasi ai neofiti Blanc e Cobolli Gigli, no. E  anche la sfortuna che ti fa perdere Quagliarella e Buffon non merita di salire sul banco degli imputati: l’Inter senza Sneijder e Milito, il Milan senza Nesta e Pirlo sono lì. Affidare il proprio destino a un allenatore che con le big ha sempre fallito (a Roma ed Oporto lo maledicono ancora), e  al contrario in squadre di media caratura ha dato il massimo, non è stata una grande idea. Uniamo ciò ad un mercato da horror (i 60 milioni da spendere per i vari riscatti di Bonucci, Pepe, Martinez, Aquilani, il misterioso Traore e lo sciagurato Motta gridano vendetta), acuito dai pesanti rifiuti di giocatori come Borriello, che han preferito Trigoria a Torino e il risultato è bello che pronto: disfatta colossale contro il Lecce di Mesbah, Fabiano e Bertolacci. Si fermi lo scempio, si contatti un vero allenatore (Capello,come back!) e si torni a dare dignità a 14 milioni di tifosi stanchi di rodersi il fegato per gente che non lo merita.

Giovanni Paolino

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