Pensioni anticipate 2022: Ape Sociale e Opzione Donna a rischio
Opzione Donna e Ape Sociale rischiano di essere cancellate. Le ultime news sulle pensioni anticipate del 2022
La guerra tra Russia e Ucraina ha inevitabilmente spostato l’attenzione verso temi decisamente più caldi e il Governo ha deciso di congelare, almeno per i prossimi dieci giorni, la trattativa coi Sindacati sul tema delle pensioni anticipate. Quel che è certo è che nella seconda metà di marzo, stando ancora così le cose, sarà comunque in programma un incontro tra le due parti per delineare il futuro che aspetta moltissimi italiani prossimi alla pensione. Per il momento, trattando il capitolo dedicato alle pensioni anticipate del 2022, possiamo parlare con certezza solo di Quota 102, scelta come alternativa a Quota 100, definitivamente cancellata lo scorso 31 dicembre. Per il resto regna l’incertezza e l’unica cosa da fare è aspettare per capire le intenzioni del Governo.
Vediamo quelle che sono le ultime notizie sul tema.
Pensioni anticipate 2022, le ultime: Ape Sociale e Opzione Donna a rischio
Il prossimo anno Ape Sociale e Opzione Donna potrebbero non essere inserite nel calderone delle possibilità da sfruttare per andare in pensione anticipata. Scadranno entrambe alla fine del 2022 e per il momento il Governo non ha preso in considerazione l’idea di optare per una loro proroga che potrebbe rappresentare una valida alternativa per alcune categorie di lavoratori.
C’è da dire, però, che le trattative sono state in questi giorni letteralmente “congelate” e che, una volta riprese, potrebbero vedere i Sindacati nuovamente in prima linea affinché il Governo trovi soluzioni efficaci per coloro che dovrebbero andare, nel 2023, in pensione anticipata e che per il momento non saprebbero quale strada intraprendere.
Pensioni anticipate 2022 ultime notizie: Quota 102 unico punto fermo
Ad oggi, infatti, l’unica certezza è rappresentata da Quota 102, introdotta dall’esecutivo con l’ultima manovra per il solo 2022. Dà la possibilità di uscita con almeno 64 anni d’età e 38 di contributi e rappresenta attualmente la soluzione più “naturale” dopo la cancellazione di Quota 100. Ma anche questa opzione sembrerebbe davvero essere temporanea e non essere quindi rinnovata per il prossimo anno. Tutte le altre opzioni da valutare per il 2023 che verrà sono momentaneamente finite nel dimenticatoio e si spera che verranno rispolverate non appena il tema legato alla Riforma Pensioni tornerà a essere prioritario.
Adesso Mario Draghi e il suo staff sono concentrati su altro anche se circolano voci di una possibile riunione tra Governo e Sindacati nella seconda settimana di marzo. Non ci resta dunque altro da fare che attendere per capire quale futuro attende quegli italiani prossimi alla pensione.