Pensioni anticipate 2023: ricalcolo contributivo per andare in pensione
La Riforma Pensioni resta una priorità per i Sindacati. Il Governo si dice disponibile a una maggiore flessibilità in uscita ma propone un ricalcolo del sistema contributivo
Sindacati e Governo si sono nuovamente incontrati per discutere di pensioni anticipate per il 2023, quando Quota 102 sarà accantonata e tornerà la Legge Fornero come soluzione più accreditata per poter smettere anzitempo di lavorare.
C’è da trovare una opzione valida per i lavoratori e, se è vero che il 2022 è da poco cominciato, è altrettanto vero che la Riforma deve essere assolutamente una priorità di questo Governo perché molti sono i lavoratori che rischiano, nel 2023, di andare in pensione con un assegno decurtato di molto. Nell’ultimo incontro tra Governo e Sindacati c’è stata la disponibilità, da parte dello Stato, di garantire una maggiore flessibilità in uscita. Si potrebbe abbassare dunque l’età pensionabile ma a patto di un ricalcolo contributivo delle pensioni che non va molto a genio ai Sindacati che, per i loro rappresentati, vorrebbero qualcosa di meno penalizzante. Facciamo allora il punto della situazione per capire cosa bolle in pentola e quale scenario occorre aspettarsi da qui alle prossime settimane.
Pensioni anticipate news: ricalcolo contributivo per andare in pensione nel 2023
Come anticipato, il Governo si è reso disponibile a discutere delle possibili alternative a Quota 102, quando nel 2023 tornerà a scattare la Legge Fornero. I sindacati hanno chiesto maggiore flessibilità in uscita, i tecnici del Governo hanno fatto intendere di essere pronti a garantirla. A una condizione, però: un ricalcolo del sistema contributivo che comporterebbe ulteriori decurtazioni sull’assegno pensionistico. Insomma si potrebbe ottenere un’età pensionabile più bassa ma questa cosa avrebbe un caro prezzo per coloro che andrebbero prima in pensione.
Ci sarà dunque ancora molto da discutere perché i Sindacati puntano invece a una soluzione meno penalizzante per i lavoratori che già, negli ultimi anni, si sono dovuti piegare a una politica governativa sempre più penalizzante per loro. Non solo. Gli esponenti di Cgil, Cisl e Uil si sono anche detti turbati dalle intenzioni del Governo di voler risparmiare ancora a discapito degli italiani. Il segretario confederale della Cisl, Ignazio Ganga, ha dichiarato che è alquanto surreale la proposta del Governo che arriva in un momento storico in cui “autorevoli istituti di ricerca dichiarano che per effetto dell’innalzamento della mortalità a causa della pandemia da Covid, l’Inps risparmierà in un decennio oltre 11 miliardi“.
Saranno dunque settimane, se non mesi, di trattative serrate tra Sindacati e Governo. Difficile sarà insomma trovare un punto di incontro che possa essere vantaggioso per entrambe le parti.