Riforma pensioni ultime notizie pensione di garanzia per i giovani: le parole di Roberto Ghiselli della Cgil
Il segretario confederale della Cgil Roberto Ghiselli parla della pensione di garanzia per i giovani
La riforma pensioni è uno dei temi più importanti e tra le proposte dei sindacati c’è quella della pensione di garanzia per i giovani. A parlarne è stato Roberto Ghiselli della Cgil, intervistato da Pensioni Per Tutti. Il punto è creare una base per le pensioni dei giovani, i quali hanno carriere discontinue, guadagnano spesso poco e rischiano di arrivare alla pensione in tarda età e con assegni sotto la soglia della povertà. Scopriamo cosa ne pensa dunque il segretario confederale della Cgil, anche in virtù degli importanti incontri tra Governo e sindacati di queste settimane.
Pensione di garanzia per i giovani: importante pensare a queste generazioni per assegni dignitosi
Il segretario confederale della Cgil, Roberto Ghiselli, ha preso parte all’incontro tra Governo e sindacati relativo alla riforma pensioni. Come sappiamo, il primo tema affrontato è quello relativo ai giovani, penalizzati da un mercato del lavoro altalenante, che non offre garanzie a lungo termine. Non di rado i giovani dunque saltellano da un lavoro all’altro, con vuoti contributivi e con stipendi molto bassi. Molti si inventano qualcosa per lavorare ma i contributi versati possono portare a una pensione al di sotto della soglia di povertà. Tutto questo, inutile dirlo, non è giusto. Dunque fin da ora bisogna pensare a un assegno di garanzia per tali categorie.
Ghiselli al riguardo ha detto a Pensioni Per Tutti che i giovani rischiano di andare in pensione “ben oltre i 70 anni“ oppure con 45 anni di contributi e con assegni molto bassi. Dunque è necessario assicurare loro una prospettiva. Per quanto riguarda i 780 euro per tutti, per la Cgil non sembra essere una risposta esaustiva al problema. Infatti si tratterebbe di una pensione a carattere assistenziale. Bisogna evitare di premiare chi è inattivo e chi lavora in nero. Perciò le pensioni devono essere commisurate agli anni di presenza attiva e anche ai contributi versati.
La Cgil punta a provvedimenti in grado di prendere in considerazione il lavoro discontinuo, con basso stipendio, la disoccupazione involontaria, periodi di studio, formazione, stage, di lavoro part-time oppure a collaborazione, nonché il lavoro di cura svolto in ambito familiare. Tali persone si sono comunque mostrate attive sul mercato del lavoro e per questo dovrebbero essere premiate. Dunque non si tratta di una logica assistenziale per la Cgil, parlando di pensione di garanzia per i giovani. Si vuole premiare l’impegno. La lotta alla povertà, invece, deve avvenire con altri strumenti e non attraverso le pensioni.