Pensioni ultime notizie, arrivano nuove agevolazioni per le donne?
Le pensioni quota 100 escludono di fatto le donne per le quali il Governo sta pensando a delle agevolazioni per le madri come degli sconti contributivi
Pensioni ultime notizie, arrivano nuove agevolazioni per le donne? A quanto pare le lavoratrici non sarebbero particolarmente favorite dalle pensioni quota 100, che agevolano invece gli uomini. Dunque, su 80mila domande pervenute, solamente 22mila sono state presentate dalle lavoratrici. Per loro c’è invece l’opzione donna, che consente di andare in pensione a 58 anni di età, se dipendenti, e 59, se autonome, con 35 anni di contributi versati. Il calcolo dell’assegno in questo caso è però penalizzante. Data la situazione attuale, in cui le donne sono decisamente svantaggiate rispetto agli uomini, il Governo inizia a pensare ad alcune agevolazioni per le donne per quanto riguarda le pensioni. Vediamo quindi cosa bolle in pentola.
PENSIONI ULTIME NOTIZIE, LE DONNE SONO SVANTAGGIATE DALLA RIFORMA DELLE PENSIONI: IL GOVERNO CORRE AI RIPARI CON NUOVE AGEVOLAZIONI?
Esistono diverse proposte di modifica del decreto contenente, tra le altre cose, la riforma delle pensioni. Una di queste proviene dalla Lega che parla di uno sconto contributivo pari a 4 mesi per ogni figlio fino a 12 mesi totali. In questo modo le madri lavoratrici possono accedere alla pensione anticipata e a quella di vecchiaia ottenendo questa riduzione negli anni di contribuzione necessari. Per le madri di figli disabili, invece, sono previste altre agevolazioni contributive. A presentare questa richiesta sono state Cgil, Cisl e Uil nel corso delle audizioni parlamentari. E’ infatti chiaro che la quota 100 sia “del tutto insufficiente per le donne“. Dunque questa misura dovrebbe essere potenziata proprio prevedendo degli sconti contributivi, come accade già con l’APE sociale.
PENSIONI ULTIME NOTIZIE, OPZIONE DONNA NON E’ VANTAGGIOSA COME LA QUOTA 100
E l’opzione donna? Le lavoratrici, nonostante questa misura a loro dedicata, continuano ad essere svantaggiate. Infatti con questa misura si può andare in pensione prima rispetto alla quota 100, ma con un taglio dell’assegno. L’intera pensione viene infatti calcolata con il sistema contributivo. Di contro con l’opzione donna si può andare in pensione a 58 anni di età se dipendenti e a 59 se autonome. Il requisito contributivo è di 35 anni.
E’ chiaro che le lavoratrici si ritrovano con meno soldi in pensione e in molti casi hanno difficoltà ad accedere alla quota 100, come dimostrano i numeri delle domande pervenute in questo periodo. E’ necessario pensare a delle soluzioni alternative per le donne. Quest’ultime spesso hanno una carriera lavorativa discontinua per via della maternità, del fatto che non ci sia un sistema che favorisca l’incontro tra l’essere madre e lavoratrice. Molte donne dunque si ritrovano a dover lasciare il lavoro per un periodo più o meno lungo.