Economia

Pensioni precoci quota 41: requisiti e rapporto con Naspi, ultime notizie su anticipo pensionistico

Ultimi chiarimenti sul rapporto tra pensioni precoci e lavoratori che percepiscono la Naspi. I requisiti richiesti per accedere alla pensione anticipata con quota 41

Il tema delle pensioni precoci ancora oggi 30 settembre è molto dibattuto nonostante l’avvenuta definizione dei protocolli d’intesa, dei termini per la presentazione della domanda, dei requisiti di accesso e degli stanziamenti di bilancio anche per gli anni successivi. Quello della pensione anticipata precoci è una questione sociale che interessa una vasta platea di lavoratori, dato confermato dai primi numeri ufficiali diffusi dall’INPS: più di 26mila domande pervenute entro la prima scadenza del 15 luglio scorso. Secondo le ultime notizie sulla pensione anticipata sono in arrivo importanti novità: con la nuova Legge di Bilancio potrebbero cambiare alcune cose per i lavoratori in stato di disoccupazione.

Infatti, ad oggi, i requisiti per accedere a questa misura interessano anche i lavoratori soggetti alla Naspi per cessazione del rapporto lavorativo, licenziati o dimissionari per giusta causa. In questo caso il lavoratore dipendente può chiedere la pensione precoce solo se disoccupato e quando non percepisce l’assegno di disoccupazione da almeno 3 mesi. Ma andiamo per ordine e vediamo di fare chiarezza su alcuni punti chiave del tema delle pensioni precoci.

Pensione precoci quota 41: chi può accedere

Alla pensione precoci possono accedere i lavoratori con una contribuzione di 41 anni, con almeno un anno di effettivo lavoro svolto prima del compimento del 19esimo anno di età e che si trovano in una delle condizioni di seguito elencate:

  •  lavoratori dipendenti disoccupati per licenziamento, dimissionari e che non percepiscono l’assegno di disoccupazione da almeno 3 mesi;
  •  lavoratori dipendenti e lavoratori autonomi che, all’atto dell’istanza e da almeno 6 mesi, assistono il coniuge o un familiare di 1°grado con grave handicap (art.3, comma 3, legge n. 104 del 5/2/92) ;
  •  lavoratori dipendenti e lavoratori autonomi con una capacità lavorativa ridotta, invalidità pari o maggiore al 74%, regolarmente riconosciuta dalle commissioni mediche competenti;
  • lavoratori dipendenti alle prese con un lavoro usurante;
  •  determinate categorie di lavoratori tra i quali operai dell’edilizia e dell’industria estrattiva, facchini, insegnanti di scuola dell’infanzia, conduttori di gru, mezzi pesanti e convogli ferroviari, conciatori di pellicce, operatori ecologici e addetti alle pulizie non qualificati, che in via continuativa svolgono le rispettive attività da almeno 6 anni.

Per il 2017 la domanda andava presentata entro il termine del 15 luglio scorso, mentre per gli anni successivi il termine è stato fissato al 1° marzo di ogni anno. Le istanze presentate per l’anno in corso in data successiva al 15 luglio e per gli anni seguenti dopo il 1° marzo di ogni anno, sempre che pervengano non oltre il 30 novembre di ciascun anno, saranno considerate dall’INPS solamente in caso di risorse economiche residue rispetto al previsto tetto di spesa massima annuale.

Pensione precoci quota 41: Naspi

Secondo le ultime indiscrezioni, con la Legge di Bilancio 2018, la misura della pensione anticipata potrebbe subire delle modifiche proprio legate alla Naspi. Infatti dovrebbe essere cancellato il paletto legato all’obbligo di aver percepito la Naspi da parte dei lavoratori in stato di disoccupazione, dipendenti che hanno perso il lavoro involontariamente.

Un argomento che sicuramente sarà oggetto di futuri dibattiti tra Governo e sindacati per trovare la soluzione più equa.

Pensione precoci quota 41: requisiti

A partire dallo scorso mese di maggio gli interessati alla pensione precoce potranno accedere al beneficio con 41 anni di contributi, un requisito soggetto, a decorrere dal primo gennaio 2019, all’adeguamento alla speranza di vita. La riduzione del requisito contributivo interessa sia gli uomini che le donne: per i lavoratori il requisito si abbassa di un anno e 10 mesi, mentre per le lavoratrici di 10 mesi. Naturalmente, come abbiamo già visto in precedenza, la pensione anticipata sarà riconosciuta solo dopo la presentazione della specifica richiesta e a condizione che i lavoratori risultino in possesso di tutti i requisiti utili per accedervi. Un altro paletto alla misura in questione sono gli stanziamenti di bilancio previsti dal Governo, tetti massimi di spesa annuale superati i quali l’INPS non potrà più approvare le domande.

Limiti di spesa pari a 360 milioni di euro per l’anno 2017, 550 milioni per l’anno 2018, 570 milioni per l’anno 2019 e 590 milioni a partire dall’anno 2020. In questa logica, l’Istituto Nazionale Previdenza Sociale provvederà a monitorare il beneficio della pensione precoce accertando di conseguenza i criteri di priorità per accedervi: data di raggiungimento dei 41 anni di contributi e data di presentazione della richiesta. Proprio per questo, una volta raggiunti i requisiti necessari, meglio attenersi alla prima scadenza prevista per ciascun anno e non inviare le domande tardivamente.



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