Riforma pensioni ultime notizie: Ape e Rita, requisiti e costi per beneficiare degli interventi previdenziali
Riforma pensioni ultime notizie: Ape e Rita, requisiti e costi per beneficiare degli interventi previdenziali. Ultime news e aggiornamenti al 21 novembre 2016
Riforma delle pensioni sempre nel centro del mirino. Le novità sulle pensioni sono tante dall’Ape volontario a Rita. Ma in cosa consistono questi due nuovi interventi per la pensione anticipata? Sia l’Ape volontario che Rita sono la novità principali della riforma delle pensioni ma anche le più discusse. Il motivo principale per il quale i due interventi non convincono è semplice: il prestito, vincolo necessario per andare in pensione anticipata, che deve essere restituito nel corso degli anni. Cerchiamo di fare il punto sulla situazione. Innanzitutto occorre tener presente che esiste un Ape social e un Ape volontario. Il primo è riservato solo ad alcune categorie di lavoratori, chi ha perso il lavoro o chi non riceve da almeno 3 mesi i sussidi. Il secondo potrà essere richiesto da tutti i lavoratori con almeno 63 anni, quindi da coloro i quali sono nati nel trienni 1951-1954 ai quali non manchino più di 3 anni e 7 mesi per maturare la pensione di vecchiaia. Cosa comporterà l’Ape volontario?
RIFORMA PENSIONI ULTIME NOTIZIE: TUTTI GLI AGGIORNAMENTI E LE NEWS DEL 21 NOVEMBRE 2016
I lavoratori dovranno richiedere un prestito che sarà erogato dall’INPS tramite banche o assicurazioni per tutto il periodo che manca al lavoratore per raggiungere la pensione di vecchiaia. Una volta raggiunta l’età della pensione di vecchiaia, nell’arco nei 20 anni successivi, con rate di ammortamento costanti, la somma anticipata da banca o assicurazione, dovrà essere restituita dal lavoratore. Il rimborso del prestito ridurrà la pensione. In particolare l’importo della decurtazione media per chi ha scelto l’Ape volontario dovrebbe oscillare intorno al 5.5% sul trattamento lordo per ogni anno di anticipo, con decurtazioni massime fino al 15-20%. Tutto dipenderà dagli anni di anticipo con cui si è scelto di andare in pensione. Il Sottosegretario alla Presidenza del Consiglio dei Ministri, Tommaso Nannicini ha spiegato che se un lavoratore con uno stipendio di 1.286 euro mensili va in pensione con 3 anni di anticipo usufruendo dell’Ape potrebbe ricevere un assegno mensile dell’85% dello stipendio, quindi 1.093 euro al mese. Questo assegno verrebbe erogato per 12 mesi. Vi ricordiamo infatti che l’Ape non prevede l’erogazione della tredicesima. Passiamo a Rita, la Rendita Integrativa Temporanea Anticipata. Rita permetterà al lavoratore che ha versato nella sua vita lavorativa contributi per la pensione integrativa, si prelevare dal fondo pensione. Rita potrà essere usata per ridurre la restituzione del prestito pensionistico dovuto all’Ape. Gli altri requisiti per beneficiare di Rita saranno: 63 anni di età e 20 anni di contributi. Le agevolazioni per questi lavoratori saranno pari allo 0.3% per ogni anno di iscrizione al fondo integrativo superiore a 15 anni.