Riforma Pensioni, bufera dopo le dichiarazioni di Poletti: ultime novità
Le dichiarazioni del Ministro del Lavoro Poletti a Radio Radicale danno il via alla polemica: gli italiani devono abituarsi a vivere con meno. Messaggio subliminale per i lavoratori precoci? Ecco le ultime news sulla Riforma Pensioni con gli aggiornamenti del 28 agosto 2015...
Nemmeno il tempo di tornare dalle vacanze ed è già polemica dopo le dichiarazioni che il Ministro del Lavoro Giuliano Poletti ha rilasciato a Radio Radicale: ovviamente, nemmeno a dirlo, il tema era quello della Riforma Pensioni e della situazione relativa ai lavoratori precoci, che ancora attendono di conoscere il loro destino dopo mesi di promesse non concretizzate. Ecco allora le ultime news pensioni con gli aggiornamenti a venerdì 28 agosto 2015.
AGGIORNAMENTI RIFORMA PENSIONI, 28 AGOSTO 2015
Ma cosa ha detto Giuliano Poletti a Radio Radicale? La frase incriminata è quella che ha portato il il Ministro del Lavoro a dire che gli italiani devono cominciare ad abituarsi a vivere con meno. Come se la soluzione a tutti i problemi insomma fosse quella di fare economia. Una frase che ovviamente ha dato il via a tutta una serie di polemiche in un momento molto delicato per gli italiani che da tempo fanno enormi sacrifici per arrivare a fine mese. E le dichiarazioni di Paoletti non suonano certo bene per i lavoratori precoci che non vorrebbero sicuramente andare in pensione con assegni di un bel po’ decurtati.
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Solo che l’idea di abituarsi a vivere con meno va proprio di pari passi con l’idea di un assegno pensionistico ribassato. Difficile insomma pensare il contrario soprattutto perché da mesi il Governo Renzi nicchia di fronte alla possibilità di mandare in pensione i lavoratori precoci senza penalizzazioni. Tutto sarà deciso nella prossima Legge di Stabilità che dovrebbe – e il condizionale è d’obbligo in questi casi, visto che da mesi se ne parla – arrivare sul tavolo dei politici per la metà di settembre. Fatto sta che, mentre il Presidente della Commissione Lavoro alla Camera Cesare Damiano continua a dire di voler portare avanti gli interessi dei lavoratori, il Ministro del Lavoro ha lasciato intendere che intanto gli italiani devono cominciarsi ad abituare a un nuovo stile di vita, decisamente più di basso profilo.
Soono i politici italiani – Poletti in testa – che devono abituarsi a vivere con meno. Poletti e i suoi compari fannofinata di non capire che la riforma pensionistica Fornero è stato un atto scellerato e abietto nei confronti dei lavoratori dipendenti, perché:
1) ha spostato dai 57 anni ai 67 anni il limite minimo di età per la pensione, senza alcuna flessibilità.
E’, in concreto, un atto di schiavizzazione progressiva e prolungata nel tempo perché toglie al lavoratore il diritto a dieci anni di giusto riposo pensionistico:
2) ha fatto questo per poter trattenere i contributi pensionistici di milioni di lavoratori ed usarli per altri scopi, primo fra tutti il ripianamento dei buchi del bilancio dello Stato, buchi provocati dalle ruberie e dall’incapacità dei politici e dall’evasione fiscale. Ecco il motivo per cui la Fornero si vanta che la sua riforma ha “salvato l’Italia”.
3)il fatto che il prelievo del denaro dei contributi ai fin di ripianare i buchi di bilancio sia la vera ragione della riforma Fornero è evidente se si pensa che ancora nel 2008 il sistema pensionistico italiano veniva lodato proprio da quei gerarchi dell’Impero europeo che oggi dicono di volere che la riforma Fornero non sia toccata.
4) Né la FORNERO né tanti altri come questa “Ministro”, né tanti giornalisti pro-forneriani, avevano mosso un dito quando sono stati scippati agli enti pensionistici (per merito di TREMONTI, se non sbaglio), centinaia di migliaia di immobili che detti enti avevano acquistato nei decenni CON LE SOLE CONTRIBUZIONI DEI LAVORATORI DIPENDENTI, VERSATE A SOLO FINE PENSIONISTICO! Era un patrimonio edilizio destinato a garantire le pensioni presenti e future….ma i soldi ricavati dalla cartolarizzazione di questi beni immobili sono stati deviati spudoratamente su altre voci del bilancio dello Stato, per sanare ruberie e manchevolezze. Tutto questo nessuno può far finta di non saperlo, adesso, ma sono pochissimi i giornalisti che ne parlano!
5)LA RIFORMA PENSIONISTICA FORNERO E’ STATA POSSIBILE PER IL VOTO FAVOREVOLE DEL PD. POI LETTA PROMISE DI CAMBIARLA. E RENZI FECE FARE LA STESSA PROMESSA, MA POI NON NE FECE NULLA PER MOLTO TEMPO….SOLO ORA SI STA MUOVENDO DAVVERO QUALCOSA, ANCHE PERCHE’ CI SI E’ ACCORTI CHE NON BASTA COSTRINGERE UN SESSANTASETTENNE A LAVORARE PER FARLO RENDERE QUANTO UN 30/40enne, e , quel che forse è peggio, se il sessantasettenne non lascia il lavoro il 30/40enne disoccupato resterà disoccupato, nella maggioranza dei casi..
QUANTO A LETTA, in particolare, ricordo a tutti che in data 27 luglio 2014 la nominata Fornero Elsa ha dichiarato “Devo molto a una telefonata di Enrico Letta, era il 3 maggio 2013, era un venerdì, circa le 21 e 30. Io mi ricordo i particolari. Tornava dal primo viaggio da presidente del Consiglio. Mi disse: Elsa, se siamo ancora in Europa lo dobbiamo alle tue riforme. Non mi doveva quella gentile chiamata. Mi ha aiutato”
5) L’uomo non è una macchina uguale a se stessa (più o meno) col trascorrere dei decenni (peraltro si logorano anche le macchine…). Il limite dei 57 anni previsto per la pensione di anzianità in epoca pre-FORNERO non era astruso né casuale né frutto di compromessi, ma corrisponde all’inizio della fase (quella dai 57 ai 63 anni, mediamente) nella quale, ancora oggi, si sviluppa a velocità progressivamente crescente l’indurimento fisico e mentale. A questa fase segue, dai 64 anni in poi, una fase di indebolimento e di riduzione fisica più intensa, con ulteriore progressiva riduzione delle prestazioni dell’individuo e corrispondente aumento della sua vulnerabilità a malattie e accidenti di salute, anche letali e proditori (cioè senza preavviso alcuno). Tutto questo, naturalmente, vale soprattutto per quella massa di lavoratori dipendenti, tradizionalmente esposti agli effetti di manovre e provvedimenti LACRIME E SANGUE come la Legge FORNERO sulle pensioni, che non hanno né la possibilità di adeguare al costo della vita il corrispettivo ricavato da proprio lavoro (come invece hanno tanti imprenditori e commercianti…), né le gratificazioni ed i guadagni, crescenti e intoccabili, di tanti soggetti vicini al Potere politico e/o economico e/o finanziario. Legale o illegale che esso sia.
Per tali soggetti agiscono meccanismi e dinamiche compensative che incidono sulle le loro condizioni psicofisiche al punto da rafforzarli e “ringiovanirli”…rendendoli realtà umane che si muovono nella vita come la persona comune (cioè quella soggetta agli effetti di manovre e provvedimenti LACRIME E SANGUE) non potrà mai fare.
Per gli indicati soggetti – che in Italia sono centinaia di migliaia – l’attività lavorativa, svolta nella finanza, nella politica e nell’imprenditoria, sarà sempre una fonte di autorealizzazione e di soddisfazioni che li renderà capaci e desiderosi di lavorare fino ad ottanta, novanta anni e più, senza alcun desiderio di andare in pensione. Se non mi crede, guardi bene, guardi attentamente i volti, le fisionomie della gente comune, e confrontateli con i volti e le fisionomie dei soggetti ai quali ho appena alluso. Forse molti di questi soggetti si sono convinti, o fanno finta di essersi convinti, che il loro desiderio di “eterna” vita lavorativa corrisponda ad una oggettiva necessità di “eterna” vita lavorativa anche per coloro sui quali ricadono gli effetti di provvedimenti LACRIME E SANGUE. E non si rendono conto di quanta rabbia e di quanto dolore stiano crescendo nel Paese.
Le risorse economiche e gli anni di vita che con la riforma Fornero sono stati chiesti – senza alcuna possibilità, da parte loro, di rifiutare…- ai lavoratori dipendenti italiani DOVEVANO INVECE ESSERE IMPOSTI a quella parte minoritaria di popolazione italiana (politici e gravitanti intorno alla politica, industriali, finanzieri, piccoli e grandi evasori) che ha tuttora la possibilità di massimizzare i propri guadagni e di tesaurizzarli sottraendosi ai SACRIFICI del tipo di quelli imposti dalla Fornero, da MONTI, ecc.
Questa è la triste verità, che Poletti e soci fingono di non sapere.
Condivido in pieno anch’io l’analisi del sig. Vincenzo. Ogni qual volta i politici aprono la bocca sulle pensioni..dicono enormi bugie perché il problema non è’ il sistema pensionistico in se ma la mancanza di risorse è’ legata all’enorme sperpero di denaro pubblico perso in ruberie, corruzione, concussione e chi ne ha più ne metta. Le persone che hanno lavorato per 41 anni avranno il diritto sacrosanto di andare in pensione senza alcun tipo di decurtazione? La proposta dell’on. Damiano è’ da condividere in pieno
Bravo,condivido quello che hai scritto-I NOSTRI POLITICI- TUTTI- DEVONO VERGOGNARSI –
NON VOGLIONO RISOLVERE IL PROBLEMA PENSIONI -QUESTA E’ LA REALTA’
Carissimo Vincenzo, sono perfettamente d’accordo su tutto quello da te evidenziato, spero solo che qualcuno o anche più di qualcuno di questi “politici” legga le tue parole e che si faccia un grosso esame di coscienza, dall’alto dei molteplici privilegi e rimetta mano a questo “furto legalizzato”, perchè a tutto c’è un limite, e poi si vada a nascondere, perchè prima o poi arriverà la giustizia Divina, sperando sempre che arrivi anche quella umana! Vergogna!
dopo aver lavorato per 40 anni e’sacrosanto andare in pensione senza penalizzazioni
Perché avete eliminato il mio commento?
Ciao Arturo nessun commento è stato eliminato, in ogni caso se non lo leggi più, magari per un problema tecnico, puoi ricommentare! Grazie mille
Condivido l’analisi e, da lavoratore precoce, aggiungo che quando a 15 anni ho iniziato a lavorare negli anni ’70 gli orari erano almeno del 10% più lunghi degli attuali e lo sono stati per almeno 20 anni (il che equivale ad altri due “anni-tempo” di lavoro oltre ai 40 anni e passa già prestati) e che, sempre in quegli anni, le normative come anche gli ambienti di lavoro non erano creto tutelanti come ora con le successive leggi 626 o DL 81 sulla
sicurezza degli ambienti di lavoro.
Inoltre, già a partire dagli anni ’80, si è elevata l’età scolare per molti giovani, anche grazie al lavodo di molti “precoci” che col loro lavoro hanno contribuito a generare condizioni migliori per le generazioni successive, precoci che tra qualche anno saranno pressochè spariti dalla scena del mondo lavorativo.
La nostra Costituzione aveva una considerazione del lavoro che i politici attuali hanno degenerato in area di saccheggio e ingiustizia sociale, togliendo alle nuove generazioni la possibilità di accedere al lavoro stesso.
Tutto questo mi sa di condizioni che richiamano epoche pre rivoluzione francese, molti interessi e privilegi per pochi eletti a vantaggio dei tanti esclusi, con gli eletti che manco si rendono contro delle reazioni sociali che così facendo rischiano di innescare, o se ne rendono conto ma si illudono che, come al solito, non succederà nulla. A questo punto non ne sono così sicuro e ciò che sta accadendo con i giovani e nel mondo, con un vedo esodo di giovani italiani all’estero dovrebbe far pensare ed agire chi ha un minimo di coscienza.
Possibilità di pensione per chi ha 41 anni di contributi e indirizzare sul capitolo di spesa per assunzione di giovani un corrispettivo oltre minimo i 35 anni di lavoro. Invece di F35 che non volano e son fin pericolosi una formula “anni 35” o S35 (speranza 35) per dare speranza ai giovani con il lavoro (e l’esperienza) dei non più giovani.
bisogna cambiare le regole i soldi versati all INPS dai lavoratore devono essere investiti…
in concreto bisogna separare assistenza da previdenza, l’assistenza va pagata da tutti (esempio invalidità , pensione sociale, cassa integrazione ecc) e non utilizzando i risparmi della previdenza . Da qualche anno hanno chiuso istituti che erano in attivo (IPOST ecc) e istituti in profondo rosso come INPDAP dove lo stato non versava contributi aggravando i conti INPS …
E’ vero che ci sono lavori altrettanto usuranti ma invito qualcuno a passare un paio di giorni alla scuola dell’infanzia con 28 bambini dai2 anni e mezzo ai6. Poi a darmi una risposta se e’ possibile lavorare fino a 65 anni o 41 di servizio