Manovra anticrisi 2011: sul tfr in busta paga è scontro
La manovra anticrisi 2011, la cosiddetta manovra di Ferragosto, inizierà il suo iter nelle commissioni Bilancio e Affari Costituzionali del Senato della Repubblica il prossimo 23 agosto. Dopo questo primo esame, il decreto legge anticrisi 2011, per essere convertito in Legge dovrà approdare nelle aule dei due rami del parlamento per consentire la presentazione e […]
La manovra anticrisi 2011, la cosiddetta manovra di Ferragosto, inizierà il suo iter nelle commissioni Bilancio e Affari Costituzionali del Senato della Repubblica il prossimo 23 agosto. Dopo questo primo esame, il decreto legge anticrisi 2011, per essere convertito in Legge dovrà approdare nelle aule dei due rami del parlamento per consentire la presentazione e l’eventuale approvazione degli emendamenti. Alla luce quindi di questo iter è ben difficile che possano esserci i tanti sbandierati tempi brevi, poichè, facendo due calcoli è inevitabile, che la conversione della manovra possa avvenire non prima della prima decade di settembre.
Intanto montano le polemiche tra le varie parti politiche, e in seno agli stessi, in merito ai contenuti della manovra di ferragosto.Uno dei punti più contestati della manovra riguarda il Tfr in busta paga.
Manovra anticrisi 2011 congelamento Tfr – Mentre infatti per quanto concerne i dipoendenti pubblici il governo ha approvato il congelamento del tfr (trattamento di fine rapporto) per due anni dalla data di pensionamento, un nuovo fronte sembra essersi aperto sul Tfr dei dipendenti del settore privato.
Manovra anticrisi 2011 Trf busta paga – Su questo punto chiariamo che di concreto all’interno della manovra non c’è nulla trattandosi solo di proposte, una di quelle proposte per intendersi che sono rimbalzate dalle segreterie dei partiti, in questo caso Lega Nord, all’indomani dell’approvazione della manovra, per cercare di rendere più indolore la pillola amara. In pratica la proposta sul tfr in busta paga prevede la concessione immediata ai dipendenti privati di parte del Tfr che hanno maturato. L’obiettivo di tale disposizione sarebbe quello di rilanciare e dare fiato ai consumi.Detta in questi termini la questione potrebbe sembrare semplice, ma non lo è se invece si considera che una parte di tale capitale è a disposizione dell’azienda che magari ha già individuato per tale capitale una destinazione d’uso differente. Cifre sulla consistenza complessiva delle somme a titolo di Tfr non ce ne sono e di certo una simile proposta sarebbe la morte di un istituto che fino a pochi anni fa è stato uno dei pilastri del sistema Italia. Lo scorso anno le somme a titolo di Tfr depositate in azienda erano pari a circa 13 mld di euro, un cifra già importante che sarebbe però stata ancora maggiore se si considera quella massa di soldi già spostata, dagli stessi dipendenti, in fondi di previdenza complementare nati alcuni anni fa.
La proposta della Lega ha incontrato una selva di no, anche perchè come abbiamo detto in precedenza, indipendentemente dalle cifre sull’ammontare delle somme a titolo di Tfr è chiaro che gran parte di questo Tfr, essendo nella disponibilità dell’azienda, è già impegnato in progetti precisi.
La proposta quindi sembrerebbe già destinata a finire nel dimenticatoio. Staremo a vedere.
no il t.f.r.deve andare in busta paga prima che un giorno si alzano e diranno NON C E PIù LIQIDAZIONE ASCOLTATE IL T.F.R FATELO IN BUSTA PAGA ANCHE PER I PUBBLICI ALMENO UNA VOLTA TANTO DICO SI E UN BUON GOVERNO SALUTI A TUTTI
E UN CORO DI SIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIII