Crisi economica Italia: dall’Istat fotografia impietosa della situazione italiana
Mancava solo l’Istat, come al solito puntuale e generoso di statistiche: l’Italia si conferma il fanalino di coda dell’Europa, quanto a crescita, occupazione, condizione della donna, welfare. Insomma dati che confermano le piena crisi economica dell’Italia. D’altronde, il prestigioso Istituto di statistica italiano fa il suo mestiere, niente di più. E le situazioni in questione sono sotto […]
Mancava solo l’Istat, come al solito puntuale e generoso di statistiche: l’Italia si conferma il fanalino di coda dell’Europa, quanto a crescita, occupazione, condizione della donna, welfare. Insomma dati che confermano le piena crisi economica dell’Italia. D’altronde, il prestigioso Istituto di statistica italiano fa il suo mestiere, niente di più. E le situazioni in questione sono sotto gli occhi di tutti. In ogni famiglia, ormai, c’è un cassintegrato, un disoccupato, un precario, una donna costretta a turni massacranti per conciliare casa e lavoro. Ed il più delle volte, sottopagata rispetto ai colleghi maschi. Questa è la verità. Basta andare a vedere come lavori anche prestigiosi, come ad esempio la selezione del personale ad opera di molte agenzie, quanto siano oggi appannaggio quasi esclusivo appunto delle donne, poichè si tratta di lavori di responsabilità, pagati tuttavia relativamente poco. Mentre i ruoli commerciali, dove ci sono possibilità di incentivo e di carriera, sono invece perlopiù occupati dagli uomini. Questo è solo un piccolo esempio di come in Italia si proceda a vista, e sempre più in affanno. E, se fino a poco tempo fa criticare le scelte politiche era un’attività quasi rivoluzionaria, che rivelava idee comunque di parte, oggi invece affiora anche in categorie insospettabili, quali industriali, liberi professionisti, commercianti, ecc., una delusione crescente verso l’immobilismo e la scarsa qualità di questa classe politica.
Scarsa qualità che spesso origina nella scarsa cultura, basta vedere il tenore di certe rozze dichiarazioni, ed il populismo e la demagogia imperanti: certe promesse che vengono oggi fatte nelle varie campagne elettorali, sono più tipiche di alcune nazioni latinoamericane che non di un Paese europeo. Nè vale negare realtà incontrovertibili, certificate appunto dall’Istat, come il fatto che i nostri stipendi siano di gran lunga inferiori alla media europea. Cari politici, oggi i cittadini hanno internet, ed una miriade di altri canali dove informarsi: perciò, smettetela di raccontare bugie, e di litigare tra di voi. Mettetevi a lavorare. A differenza di quello dei vostri “sudditi”, il vostro stipendio è di gran lunga superiore alla media europea. Oops, scusate: volevo dire mondiale.
Mi rivolgo a voi; padri e madri,nonni e nonne, insegnanti, educatori, giornalisti e ad ogni soggetto che concorre, o dovrebbe farlo, all’educazione, la formazione e alla crescita dei giovani. Non riuscite proprio a sentirvi a disagio? Riempite orecchie e cervello…
http://generazioneprecaria.wordpress.com/2011/05/25/anche-se-vi-credete-assolti-siete-lo-stesso-coinvolti-1/