Economia

Emma Marcegaglia striglia il governo di Silvio Berlusconi

Da alcuni mesi lo scenario politico italiano è occupato dalle varie Ruby, dalle varie feste private nella villa di Arcore e da scandali su presunte fissazioni sessuali del premier. Maggioranza e opposizione si interrogano proprio su questo tipo di argomenti, mentre il Paese reale è costretto a fare i conti con problemi sicuramente più concreti. […]

Da alcuni mesi lo scenario politico italiano è occupato dalle varie Ruby, dalle varie feste private nella villa di Arcore e da scandali su presunte fissazioni sessuali del premier. Maggioranza e opposizione si interrogano proprio su questo tipo di argomenti, mentre il Paese reale è costretto a fare i conti con problemi sicuramente più concreti.

Proprio questo distacco tra problemi del Paese reale e intrighi (sessuali) con annessi golpe o auto-golpe del Palazzo, è stato al centro di un intervento del presidente di Confindustria Emma Margegaglia. La manager, in un suo intervento al programma Che Tempo che fa, condotto da Fabio Fazio, ha sottolineato che da “sei mesi” l’azione esecutiva del governo è ridotta la lumicino. Precisa l’accusa della Marcegaglia: “nei primi mesi della crisi il governo ha tenuto i conti pubblici a posto e abbiamo visto invece cosa succede in Portogallo e Spagna ma ora serve di più: da sei mesi a questa parte l’azione del governo non è sufficiente”. Insomma secondo la Marcegaglia, il governo Berlusconi ha la testa rivolta altrove e non a quelli che sono i problemi dell’Italia.

Per quanto riguarda quest’ultimi, la Marcegaglia non ha aggiunto nessun punto nuovo al solito elenco a cui mondo politico ed economico hanno da tempo abituato gli italiani: dall’emergenza occupazionale, ai salari bassi alla solita necessità di rilanciare i consumi e gli investimenti, Emma Marcegaglia è tornata sui soliti argomementi che da tanto tempo riempiono tv e giornali. Ma solo quelli. Interessante sarebbe sapere come, in un contesto globale che parla sempre più cinese e in un contesto nazionale in cui molte imprese delocalizzano all’esterno, sia possibile, per l’Italia, attrarre investimenti o ridurre la disoccupazione.

Enzo Lecci

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