L’appello dello zio di Alexandra a Chi l’ha visto: “non è stata uccisa, potrebbe essere in Italia per la tratta”
Alexandra Macesanu a Chi l'ha visto lo zio: potrebbe essere ancora viva, potrebbe far parte della tratta delle donne bianche
Era agosto, la storia di Alexandra, arrivava anche in Italia lasciando tutti senza parole. Il racconto della vicenda parlava di una ragazzina rapita, stuprata e poi bruciata in un fusto. Ma quello che più aveva sconvolto in questa vicenda era l’operato delle forze dell’ordine. Nella casa degli orrori dove Alexandra era stata portata c’era un telefono senza scheda che lei aveva usato per mettersi in contatto con le forze dell’ordine, troppo impegnate però per stare al telefono con lei. Alexandra in lacrime implorava il loro intervento ma in quella casa intanto succedeva ben altro. E le ore sono passate, senza che nessuno facesse nulla. Di notte poi l’arrivo in casa dell’orco ma di Alexandra nessuna traccia. Solo i suoi gioielli e le parole di quel mostro: l’ho uccisa. Lo zio di Alexandra, che è stato tra l’altro il primo a diffondere sui social gli audio che dimostrano l’incompetenza delle forze dell’ordine, non crede però a questa ricostruzione e invoca anche l’aiuto delle autorità italiane. Pensa infatti che Alexandra, come anche l’altra ragazza rapita dalla stessa persona, non sia morta. Pensa che Alexandra sia stata rapita per essere venduta nella tratta delle donne bianche che arrivano prima in Italia per poi partire per gli harem della Tunisia.
LA STORIA DI ALEXANDRA MACESANU A CHI L’HA VISTO: POTREBBE ESSERE ANCORA VIVA?
Per questo lancia un appello a Chi l’ha visto, dove rivela che la ragazza potrebbe essere a Bari o a Vicenza visto che il suo rapitore aveva dei parenti in queste due città. Lo zio di Alexandra inoltre, dati alla mano, è convinto che l’orco non possa aver agito in quelle ore, sapendo che le forze dell’ordine stavano per arrivare. Rivela inoltre al programma di Rai 3 che in quel fusto non ci sono tracce organiche di sua nipote, che non ci sono tracce di suo dna e di suo sangue che possano dimostrare la sua morte. Non solo, lancia anche un’altra pesante accusa: la complicità di parte delle forze dell’ordine che avrebbero ritardato l’intervento in quella casa perchè ben sapevano che cosa stava succedendo.
Gheorge Dinca, in carcere con l’accusa di omicidio, secondo lo zio di Alexandra non l’avrebbe uccisa. Con la complicità di suo figlio avrebbe invece fatto arrivare la ragazza in Italia, come aveva già fatto in passato con altre giovanissime donne. Anche la mamma di Alexandra abbraccia questa tesi e lancia un appello anche ai telespettatori italiani, qualora in questi mesi abbiano visto la sua adorata figlia.