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Afghanistan: Enduring Freedom 10 anni dopo

Enduring Freedom Afghanistan – È da poco trascorso l’anniversario dell’attentato alle Torri Gemelle di New York, nel decennale della ricorrenza in cui sono state organizzate manifestazioni non solo nella Grande Mela, ma in tutto il mondo e soprattutto nelle ambasciate americane o presidi nelle zone di conflitto con i talebani, come quelle in Afghanistan, Iraq, […]

Enduring Freedom Afghanistan – È da poco trascorso l’anniversario dell’attentato alle Torri Gemelle di New York, nel decennale della ricorrenza in cui sono state organizzate manifestazioni non solo nella Grande Mela, ma in tutto il mondo e soprattutto nelle ambasciate americane o presidi nelle zone di conflitto con i talebani, come quelle in Afghanistan, Iraq, Pakistan.

Adesso si avvicina il decennale dell’Operazione Enduring Freedom che ha portato alla guerra in Afghanistan, con il beneplacito dell’Onu e della Nato, perché intesa a sconfiggere l’organizzazione terroristica talebana che lì ha il suo quartier generale e dove il governo di dieci anni fa, appoggiava pienamente le azioni di Osama bin Laden e della sua politica anti americana, ma anche anti occidentale.

Sono passati dieci anni da quando, il 7 ottobre 2001, gli americani sbarcarono nel paese asiatico con l’obiettivo di distruggere le basi di al Qaida, rovesciare il governo che li appoggiava, catturare i capi dell’organizzazione e soprattutto il numero uno, colui che aveva dichiarato guerra allo stato americano, il famigerato bin Laden.

E ci sono voluti ben dieci anni per riuscire a catturare il pericolo numero uno dell’amministrazione americana, dieci anni in cui l’uomo ha continuato a comandare la sua organizzazione, a preparare e attuare attentati contro ambasciate americane e non, contro obiettivi europei, allargando la sua guerra a tutto ciò che era occidentale. Soprattutto contro le nazioni che hanno appoggiato gli Usa nell’operazione Enduring Freedom, verso quei paesi che hanno contribuito alla forza Nato che adesso staziona permanente in Afghanistan.

Dieci anni di operazioni e migliaia di morti sul suolo afgano, non solo americani, che vantano il triste primato delle più numerose vittime, ma anche di soldati italiani, aggrediti da commandi e bombe preparate proprio per le forze straniere che operano all’interno del paese.

Adesso si sta preparando il ritiro di queste forze dal suolo afgano, per ridare un ordina naturale e proprio all’Afghanistan, dopo la ricostruzione, anche se in parte e l’elezione libera di un governo che ha bisogno, ancora oggi dell’aiuto delle forze internazionali.

Gli Stati Uniti sono pronti a ritirare entro l’estate del 2012 30mila militari, un congruo contingente che tornerebbe definitivamente a casa, prima del ritorno di tutti i militari della forza Nato, previsto entro il 2014. Una data importante che ha avuto scadenze e giorni differenti, fino alla decisiva scelta del 2014, anche se ci sono molti osservatori che vedono tale data poco realista. A mettere in crisi la decisione ci sono anche i continui attacchi dei talebani alla capitale Kabul portati a termine con decisione da gruppi di terroristi decisi a mettere in crisi l’attuale governo e a diffondere la paura nella popolazione.

Teresa Corrado

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