Terrorismo: attentato in risposta all’arresto di Younis al Mauritani, leader di Al Qaeda
Non si è fatta attendere molto la risposta dei talebani per l’arresto del loro leader Younis al Mauritani (leggi), avvenuto due giorni fa. Un duro attentato quello portato a termine dalle forze terroristiche stanziate in Pakistan. Un duplice attentato avvenuto nella zona residenziale di Quetta, capoluogo della provincia del Baluchistan e che ha causato la […]
Non si è fatta attendere molto la risposta dei talebani per l’arresto del loro leader Younis al Mauritani (leggi), avvenuto due giorni fa. Un duro attentato quello portato a termine dalle forze terroristiche stanziate in Pakistan. Un duplice attentato avvenuto nella zona residenziale di Quetta, capoluogo della provincia del Baluchistan e che ha causato la morte di 25 persone e il ferimento di 61, oltre a gravissimi danni a edifici e cose presenti nella zona. L’attentato è stato subito rivendicato dai talebani del Tehrin-e-Taleban Pakistan (TTP).
Secondo testimoni le due esplosioni si sono succedute a pochissima distanza tra loro. La prima è avvenuta a causa di un’auto bomba che si è schiantata a forte velocità contro la residenza di Farrukh Shahzad vice comandante dei Frontier Corps (FC), un’unità paramilitare che è sotto il comando dell’esercito. La casa del comandante è situata in una zona detta Civil Line. Un altro kamikaze a piedi, ha fatto esplodere tutto all’interno della stessa.
Tra le vittime ci sono un colonnello Khalid, tre membri del FC e la moglie di Shahzad, ma anche due bambini e molti civili. Immediatamente gli inquirenti si sono messi sulle tracce dei terroristi, ma sembra chiara la matrice poiché alla cattura di quello che era considerato il “ministro degli esteri” di Osama Bin Laden, Younis al Mauritani, anche grazie al lavoro delle forze dei Frontier Corps (FC). Sono stati recuperati anche i documenti di uno dei kamikaze che risulta essere un profugo afgano della provincia di Kunduz. Una risposta che era più che prevedibile da parte dei terroristi talebani ma che non può essere giustificata dato il continuo coinvolgimento di civili e gente innocente, tra cui bambini, nei loro attacchi kamikaze.
Teresa Corrado