Operazione Internet Invisibile, Obama concede 50 milioni di dollari
Internet è davvero uno dei mezzi di comunicazione più utilizzati nel mondo e più utile di qualsiasi approccio mediatico oscurato dalle oltre agenzie. Il Presidente Barack Obama se ne è reso conto proprio all’indomani delle numerose proteste dei dissidenti dei paesi arabi, che per comunicare con l’esterno, ma anche fra di loro e con altri […]
Internet è davvero uno dei mezzi di comunicazione più utilizzati nel mondo e più utile di qualsiasi approccio mediatico oscurato dalle oltre agenzie. Il Presidente Barack Obama se ne è reso conto proprio all’indomani delle numerose proteste dei dissidenti dei paesi arabi, che per comunicare con l’esterno, ma anche fra di loro e con altri gruppi, hanno utilizzato la rete senza paura, affidando a loro ogni contatto.
Questo ha messo in moto, negli Stati Uniti, una ricerca imponente, per poter intervenire in zone dove la dittatura oscura i mezzi di comunicazione comuni.
Il progetto del Pentagono si chiama “Operazione Internet Invisibile”, oppure “la Rete ombra”. Sì, perché proprio grazie all’ombra delle persone che operano attraverso un filo diretto con la rete Internet, che può essere resa invisibile, è possibile sostenere le rivolte arabe di questi mesi.
Il finanziamento di questo progetto, è stato oneroso, 50 milioni di dollari per l’amministrazione Obama, che con la crisi non è proprio una spesa da poco.
Come si può entrare in contatto con i tanti dissidenti dei regimi arabi? Non ci vuole molto: una valigetta, un computer portatile, dei cellulari capaci di eludere i server internet e attivare delle reti di comunicazione parallela, resistenti anche a ogni tipo di censura preparata dai tecnici informatici.
Fantascienza? No, per nulla! Solo la felice trovata dei sempre attenti servizi del Pentagono. Il progetto, fortemente voluto dal presidente Obama, non ha eguali e fa sfigurare anche qualsiasi altro progetto avvenuto durante la Guerra Fredda, quella che ha caratterizzato per decenni il contrasto mondiale tra est e ovest. La differenza è solo che questa volta i beneficiari delle comunicazioni saranno i pacifisti e i dissidenti disarmati, quelli, per intenderci, che adesso si battono per una Siria più democratica o per altri paesi che cominciano ad accendersi per eliminare dal proprio stato la dittatura.
Ambizioso come piano, ma sicuramente ben riuscito. Affidarsi alle nuove tecnologie non è una fase nuova per il presidente Obama, che lo ha fatto anche in campagna elettorale, affidando sempre più spesso i suoi interventi anche su piattaforme virtuali e rispondendo in questo modo anche a tantissime domande rivoltegli da studenti di tutti gli stati americani, che smanettano con queste tecnologie.
Il sostentamento ai movimenti di opposizione e alle rivolte contro le dittature, i poteri assolutistici rimasti ancora operosi, passa proprio attraverso le nuove tecnologie.
A confermare questo nuovo piano, non è solo il New York Times, ma lo stesso segretario di Stato, Hillay Clinton che in un’intervista, rilasciata proprio al giornale newyorkese, ha affermato che nel mondo araba sono sempre di più le persone che utilizzano le nuove tecnologie e che questa è un’opportunità storica per aiutare gli oppositori a regimi assolutistici, a comunicare fra loro e con il mondo intero.
Intanto, ancora una volta gli Stati Uniti si mostrano all’avanguardia sulle tecnologie e sull’utilizzo che si possono fare in tutti i campi, soprattutto in quello politico.
Teresa Corrado