WWF: l’ animale più piccolo del mondo è il Microcebus Berthae
Secondo un resoconto della Word Wildlife Fonud, il WWF per intenderci, sarebbe il Microcebus Berthae, il primate più piccolo del mondo, accaparrandosi cosi’ il guinness mondiale della sua categoria, con i suoi soli 10 centimetri di altezza. Secondo gli esperti, il primate sarebbe stato scoperto dopo un lungo studio condotto in Madagascar, volto alla disamina sui danni […]
Secondo un resoconto della Word Wildlife Fonud, il WWF per intenderci, sarebbe il Microcebus Berthae, il primate più piccolo del mondo, accaparrandosi cosi’ il guinness mondiale della sua categoria, con i suoi soli 10 centimetri di altezza. Secondo gli esperti, il primate sarebbe stato scoperto dopo un lungo studio condotto in Madagascar, volto alla disamina sui danni ambientali creati dal fenomeno della deforestazione, principale causa della scomparsa di alcune specie e di altre che sono considerate ad alto rischio.
Il Microcebus Berthae è un particolare tipo di lemure che grazie alle sue dimensioni cosi’ ridotte, raggiunge il primato nella lunga lista delle nuove specie del Madagascar, opportunamente individuate dagli esperti del WWF. Secondo la ricerca, condotta dal 1999 al 2010, sarebbero 615 le nuove specie che abitano il territorio, tra cui per l’esattezza: 41 mammiferi, 385 piante, 69 anfibi, 61 rettili, 17 pesci e 42 invertebrati.
Inoltre aggiungono gli esperti, a destare particolare attenzione, pare che sia stata l’esistenza di un nuovo ragno che pare tessere reti dorate, che possono raggiungere persino la lunghezza di un metro di diametro. La specie di questi “ragni particolari” è denominata Nephila Komaci, che oltre ad essere dei grandi tessitori, pare che subiscano il “dominio femminile”, in quanto i maschi di questa specie sono grandi solamente un quarto delle femmine.
Rimane comunque presente il continuo interesse da parte del WWF verso il problema della deforestazione dei principali “polmoni verdi” della terra, che oltre a causare danni irreparabili all’ecosistema ambientale, produce ulteriori danni irreparabili anche alla conservazione e al mantenimento di alcune specie. Difatti, uno sguardo importante non va mai dimenticato, soprattutto per le specie a rischio che hanno bisogno di un continuo processo di monitoraggio.