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Libia, arriva il no ai militari Nato sul suolo libico

La conferma avviene dai ministri della Difesa della Nato che si sono riuniti a Bruxelles. La determinazione con cui si vuole arrivare alla conclusione della missione in Libia è condivisa da tutti. Il segretario generale Anders Fogh Rasmussen ha dichiarato, in conferenza stampa, che non è previsto nessun intervento della forza terrestre in Libia. Nessuno […]

da www.tg1.rai.it

La conferma avviene dai ministri della Difesa della Nato che si sono riuniti a Bruxelles. La determinazione con cui si vuole arrivare alla conclusione della missione in Libia è condivisa da tutti. Il segretario generale Anders Fogh Rasmussen ha dichiarato, in conferenza stampa, che non è previsto nessun intervento della forza terrestre in Libia. Nessuno ha intenzione di portare i propri militari all’interno del paese, nemmeno per accompagnare le organizzazioni internazionali quali l’ONU, che, invece, faranno il loro ingresso nel paese quando saranno cessate le ostilità. Naturalmente l’alleanza ha tutte le intenzioni di continuare secondo il mandato che ha avuto dalla Nato e che non prevede, in ogni caso, l’utilizzo delle forze di terra.

A sostegno dei ribelli resteranno le incursioni aeree che continuano a intensificarsi. La decisione dei ministri della Difesa è stata chiarita attraverso una dichiarazione congiunta nella quale è specificato che la Nato non avrà alcun ruolo guida, questo compito sarà affidato alle altre organizzazioni internazionali.

Una richiesta importante arriva invece per quanto riguarda l’utilizzo delle forze aeree all’interno della missione. Infatti viene chiesto l’utilizzo per raid aerei in suolo libico, anche da parte di chi si occupa solo della “no-fly zone”, come è compito dei caccia italiani. La richiesta è stata fatta per poter contribuire al meglio all’azione dei raid anche con bersagli al suolo. Tutti hanno concordato sull’opportunità di mettere a disposizione i propri assetti perché si giunga presto alla fine dei raid.

Una forte accelerazione è stata auspicata dalla Gran Bretagna che ha cercato di coinvolgere altri stati facenti parte della Nato per aumentare la possibilità di terminare presto i raid, mentre la Spagna ha affermato che continuerà a dare il suo appoggio alla missione, ma che non contribuirà con i raid aerei contro bersagli al suolo.

Sta di fatto che il contingente Nato schierato in mediterraneo, ha tutte le intenzioni di completare la missione in breve tempo, senza utilizzare altre risorse che non quelle aeree.

Teresa Corrado

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