Nato denunciata per crimini di guerra dalla figlia di Gheddafi
Aisha Gheddafi, figlia del leader libico, ha presentato al tribunale di Bruxelles, una denuncia per crimini di guerra contro la Nato. La denuncia riguarda il raid aereo di Tripoli del 30 aprile, nel quale morirono il figlio di Gheddafi Seif al-Arab di 29 anni, tre nipoti del rais Seif e Carthage di due anni e […]
Aisha Gheddafi, figlia del leader libico, ha presentato al tribunale di Bruxelles, una denuncia per crimini di guerra contro la Nato. La denuncia riguarda il raid aereo di Tripoli del 30 aprile, nel quale morirono il figlio di Gheddafi Seif al-Arab di 29 anni, tre nipoti del rais Seif e Carthage di due anni e Mastoura di 4 mesi. Con loro morirono anche amici della famiglia. Una denuncia che viene dopo i continui attacchi della Nato sulla capitale e gli appelli dei leader mondiali al rais perché lasci il potere.
Barack Obama, in una conferenza stampa unitamente al Cancelliere tedesco Angela Merkel, in visita ufficiale negli Stati Uniti, ha parlato della situazione libica, ribadendo che fino a quando Muammar Gheddafi, non lascerà il paese, la pressione sulla Libia e su Tripoli, sarà intensificata.
Non ci sono altre vie che i leader degli altri paesi possano accettare, soprattutto dopo l’incontro del G8 avvenuto in suolo francese. Per questo si sono intensificati anche i bombardamenti da parte della coalizione Nato. Questa mattina si sono sentite dieci forti esplosioni a Tripoli, nella zona del quartier generale di Gheddafi, dove si presuppone che si trovi il colonello.
Ma Gheddafi non ha alcuna intenzione di arrendersi, né di cedere il potere. Su questo punto, il leader libico non fa un passo in dietro da quando sono cominciate le ostilità. “Resterò in Tripoli, vivo o morto” è la volontà del colonnello Gheddafi affidata ad un messaggio audio alla tv di Stato libica.
Ormai sono giorni che il leader libico non si fa vedere più in video, ma per far sentire al popolo che ancora è in Libia e che ha intenzione di restare al suo posto, questa volta si è affidato alla sua voce non potendo rischiare di farsi vedere in giro per la città.
La sua è la forza della disperazione, anche quando dice di essere più forte dei missili che stanno cadendo sulla cittadina di Tripoli.
A sorpresa, in una visita non annunciata, a Tripoli compare un inviato speciale delle Nazioni Unite Abdel-Elah Al Knatib, a riferirlo è l’agenzia ufficiale libica Jana.
Intanto a Bengasi si sta muovendo la diplomazia attraverso emissari che si recano in città per discutere della situazione con i ribelli. Per la prima volta un emissario russo Mikhail Marguelov, si è recato a Bengasi per poter discutere con i ribelli. In questo momento la Russia ha una posizione privilegiata, avendo mantenuto a Tripoli la sua ambasciata. L’emissario si è detto disposto a dialogare anche con Tripoli, in qualsiasi momento.
Teresa Corrado