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Malta: referendum legalizza il divorzio

Ebbene si, anche la popolazione di Malta e la Chiesa si “aggiornano” e danno via al processo di legalizzazione del divorzio. E’ successo in questi giorni, quando la Chiesa e il capo del Movimento per il Sì , Jeffrey Pullicino Orlando, hanno aperto la campagna elettorale dedicata al referendum che ha visto passare, con il 54% […]

Ebbene si, anche la popolazione di Malta e la Chiesa si “aggiornano” e danno via al processo di legalizzazione del divorzio. E’ successo in questi giorni, quando la Chiesa e il capo del Movimento per il Sì , Jeffrey Pullicino Orlando, hanno aperto la campagna elettorale dedicata al referendum che ha visto passare, con il 54% dei voti a favore, il provvedimento per la legalizzazione del divorzio.

Il provvedimento ha raggiunto il quorum, nonostante pare che la Chiesa abbia svolto una campagna elettorale molto intensa. Ma questo non ha fermato i cittadini maltesi che sono riusciti a fare approvare il provvedimento.

Secondo il capo del Movimento per il Sì, questo risultato “Porterà Malta verso una nuova era, dove Stato e Chiesa finalmente saranno separati”.

Questo risultato, ha conseguenze importanti in una cittadina importante come Malta, che fino a qualche giorno fà non aveva ancora legittimato alcuni provvedimenti come il divorzio ed oggi l’aborto. Infatti per i cittadini maltesi, l’ancora di salvezza rappresentata dal “divorzio” era considerato il lutto, ovvero la morte di uno dei due coniugi, considerata l’unica modalità in cui un’unione consacrata poteva terminare.

Per Malta dunque, rappresenta un traguardo importante se si pensa che fino a questo 2011, insieme alle Filippine, erano considerati gli unici paesi a  non possedere  una legge sul divorzio. Intanto la sera che ha preceduto la chiusura dei ballottaggi, la Chiesa chiede scusa agli elettori per i “messaggi di insulto o poco chiari, dichiarati durante la campagna elettorale”.

Non c’è che dire, la Chiesa nonostante la sua imponenza, perde “colpi” a favore di un continuo e graduale aumento della “laicità” degli Stati e delle loro leggi.

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