Libia, Misurata: i bombardamenti non si fermano
Continuano senza sosta i bombardamenti in Libia, nella città di Misurata, la città ribelle che ha scatenato la rivolta della popolazione contro il rais. Le forze di Muammar Gheddafi non risparmiano alcuna parte della città. Secondo il portavoce degli insorti, questa mattina presto è stata bombardata la parte industriale della città e per fortuna non risultano […]
Continuano senza sosta i bombardamenti in Libia, nella città di Misurata, la città ribelle che ha scatenato la rivolta della popolazione contro il rais. Le forze di Muammar Gheddafi non risparmiano alcuna parte della città. Secondo il portavoce degli insorti, questa mattina presto è stata bombardata la parte industriale della città e per fortuna non risultano vittime.
Nei giorni scorsi i bombardamenti non hanno dato tregua alla popolazione di Misurata, colpita anche da bombe a grappolo. Infatti, come ha riferito per primo il New York Times, il rais ha lanciato le bombe a grappolo sulla popolazione che hanno causato la morte e il ferimento di tantissime persone. Negli ospedali è un continuo andirivieni di ambulanze e persone che soccorrono i feriti. Anche l’ospedale non è stato risparmiato. I colpi dei cecchini sono arrivati fino alle porte dell’ospedale.
Intanto l’Italia, tramite il Presidente del Consiglio Berlusconi, conferma la sua linea nei confronti degli attacchi in Libia. L’esercito italiano, infatti, sta già fornendo tutto l’aiuto necessario in conformità alle disposizioni dell’Onu e dando il suo appoggio militare fornendo le basi militari per gli aerei della coalizione che continuano a bombardare in Libia.
Lo sforzo delle risorse italiane, in questo momento è tutto concentrato sull’emergenza immigrazione, che gli altri stati europei prendono sotto gamba e che pesa tutto sulle spalle italiane. Infatti lo sforzo economico per soccorrere, ospitare, curare e rimpatriare i tunisini, è imponente, così tanto che Berlusconi ha addirittura chiesto al Governo di rivedere alcune missioni estere per poter sopperire a questa emergenza.
Intanto in Libia la popolazione continua a fuggire dalle città e chi può, fugge dal paese cercando di arrivare in Italia, sperando di restare come rifugiato politico.
Teresa Corrado