Giappone: si inizia da un’autostrada
Dal Giappone un messaggio di speranza, di commovente efficienza, di voglia di ricominciare. Dopo il terribile terremoto, e il conseguente tsunami, che hanno sconvolto la terra nipponica, con tanto di disastro nucleare, ecco che i giapponesi hanno risposto da par loro: hanno ricostruito un tratto di autostrada che era stata distrutta, e non solo: presentava […]
Dal Giappone un messaggio di speranza, di commovente efficienza, di voglia di ricominciare. Dopo il terribile terremoto, e il conseguente tsunami, che hanno sconvolto la terra nipponica, con tanto di disastro nucleare, ecco che i giapponesi hanno risposto da par loro: hanno ricostruito un tratto di autostrada che era stata distrutta, e non solo: presentava anche delle profonde voragini. Vista da qui, è una notizia che ha dell’incredibile, ma invece non dovremmo stupirci più di tanto, conoscendo la proverbiale laboriosità del Paese del Sol Levante. Ma noi italiani, dovremmo riflettere, e non poco: noi, che pure ai terremoti siamo purtroppo abituati, ed alle catastrofi naturali in genere, non siamo quasi mai riusciti (il “quasi” è d’obbligo, se pensiamo al Friuli) a ricostruire così in fretta. Moi siamo il Paese degli eterni litigi, dei rimpalli di responsabilità, delle speculazioni e dei finanziamenti rubati (e non si sa mai da chi); non importa se i finanziamenti servono a salvare delle vite o a ridare la casa a chi l’ha persa.
All’Aquila dopo due anni il centro storico è pressochè ancora distrutto; e non parliamo dell’Irpinia o, peggio ancora, del Belice, dove, dopo ben 43 anni, la ricostruzione non è ancora del tutto ancora terminata (fino a una decina di anno fa erano ancora numerosissime le baracche, e le macerie nei paesi siciliani colpiti dal sisma del 1968). E, tornando invece al Giappone, forse non tutti sanno che, nelle stazioni dei treni urbani di Tokio, i cartelli recitano : “informiamo i signori viaggiatori che noi garantiamo la puntualità perfetta al secondo (sì, proprio un sessantesimo di minuto); dei ritardi di qualche minuto si potrebbero verificare nel caso di forti terremoti” .