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Fukushima, esposizione fatale per due tecnici eroi

Due degli “eroi di Fukushima” i tecnici che stanno disperatamente cercando di riprendere il controllo della centrale nucleare giapponese danneggiata dal terremoto e dallo tsunami dell’11 marzo, sono in ospedale dopo essere stati esposti alle fortissime radiazioni che continuano ad uscire dai reattori. Un altro è rimasto ferito e non si hanno indicazioni precise sulla […]

Due degli “eroi di Fukushima” i tecnici che stanno disperatamente cercando di riprendere il controllo della centrale nucleare giapponese danneggiata dal terremoto e dallo tsunami dell’11 marzo, sono in ospedale dopo essere stati esposti alle fortissime radiazioni che continuano ad uscire dai reattori. Un altro è rimasto ferito e non si hanno indicazioni precise sulla sua sorte.

La centrale è stata investita da un’onda dello tsunami alta 14 metri e, secondo un funzionario della Tokyo Electric Power Corporation (Tepco), i tecnici stavano lavorando con i piedi nell’acqua. L’acqua radioattiva potrebbe essere penetrata attraverso le loro tute protettive. Due dei tre lavoratori avrebbero avuto delle ferite ai piedi e alle gambe e sono risultati contaminati dai raggi beta, degli isotopi radioattivi prodotti dal combustibile nucleare spento. Nelle due settimane trascorse dalla tragedia, circa 24 degli ‘eroi’ sono stati feriti.

I tre lavoratori stavano posando dei cavi sotterranei nei pressi del reattore n.3, quello considerato più pericoloso perché alimentato da una miscela di uranio e di plutonio altamente radioattiva.

“La loro pelle è venuta a contatto con l’acqua contaminata. È un caso spiacevole. Sono stati immediatamente trasferiti per ricevere le cure necessarie” ha riferito il portavoce dell’Agenzia giapponese per la sicurezza nucleare, Fumio Matsuda

Secondo il portavoce dell’Agenzia giapponese, i due sono stati esposti a radiazioni dell’intesità di 170-180 millisieverts, circa due terzi del massimo fissato per un anno come tollerabili dal ministero della sanità di Tokyo, pari a 250 millisieverts. Si tratta di una soglia di tolleranza già notevolmente più alta di quella fissata dalle agenzie internazionali, che considerano pericoloso qualsiasi assorbimento di radiazioni superiore ai 100 millisieverts all’anno.

Di norma un individuo è esposto a 3 millisievert di radiazione ambientale in un anno. Un operatore in una centrale a 6 millisievert. Aver portato il limite massimo a 100 millisievert, significa la morte sicura. Chissà quante morti dovute a questo tipo di contaminazione di cui non si è mai parlato si sono già verificate, e quante ancora ce ne dovremmo aspettare.

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