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Guerra Libia, comando passa alla Nato

Accordo sulla guida della coalizione d’occidente, la Nato rivestirà un ruolo chiave. Finalmente il presidente francese Nicolas Sarkozy, che magari in un eccesso di ebbrezza in questi giorni preferirebbe essere chiamato Napoleone IV e Barack Obama, che proprio due giorni fa parlando dell’intervento armato in Libia ha un po’ scimmiottato il discorso che Bush fece […]

Accordo sulla guida della coalizione d’occidente, la Nato rivestirà un ruolo chiave.

Finalmente il presidente francese Nicolas Sarkozy, che magari in un eccesso di ebbrezza in questi giorni preferirebbe essere chiamato Napoleone IV e Barack Obama, che proprio due giorni fa parlando dell’intervento armato in Libia ha un po’ scimmiottato il discorso che Bush fece a suo tempo per l’Iraq, hanno trovato un accordo per un ruolo chiave della Nato nella struttura di comando nelle operazioni in Libia. Il tutto naturalmente avallato dal premier inglese Cameron. Un altro colpo di scena quindi nella guerra libica. Per Gheddafi comunque cambia poco.

Appella gli occidentali come nazisti e preannuncia che per nessun motivo lascerà il suo posto. Ci sono quindi tutti i presupposti per un’altra guerra infinita per accaparrarsi qualche barile di greggio che comunque continua ad aumentare. Chissà cosa ne pensa di tutto questo il cervellone del pentagono che ha dato il nome alla missione: Odissea all’alba (oppure Alba dell’odissea che dir si voglia). Magari si sarà sentito un veggente. Certo è strano che, per una missione che secondo gli esperti doveva essere lampo, sia stato adoperato il termine odissea.

Ma torniamo ai fatti. Nella telefonata tra Sarkozy, Obama e Cameron è stato designato di fatto il ruolo centrale della Nato, ma le posizioni in campo attualmente sembrano ancora incerte. Il ministro degli esteri francese Juppè invoca una sorta di cabina di regia delle operazioni militari a livello di ministri degli esteri. “Dovremmo riunirci nei prossimi giorni a Bruxelles, a Londra o a Parigi,- ha detto Juppé-, e ripetere regolarmente questo tipo di riunione per rimarcare che il controllo politico esiste”. Ma lo stesso ministro subito dopo ha tenuto a rimarcare come la Francia sia intenzionata a mantenere un ruolo centrale nella missione: “Questa non è un’operazione Nato, anche se deve potersi appoggiare sui mezzi militari di pianificazione e di intervento dell’Alleanza”. Unica cosa certa comunque, è che finora gli alleati si trovano su molti punti in disaccordo, non ultimo è il problema di cosa fare dopo aver garantito la sicurezza dei civili. Se per il numero due della missione Ibrahim Dabashi bisogna subito “delegittimare il regime di Gheddafi e ottenere il riconoscimento del consiglio di transizione nazionale quale unico rappresentante del popolo libico”, per Amr Moussa, segretario generale della Lega Araba è il popolo libico che deve decidere: “Resto dell’idea che sia giusto impedire che vengano uccisi i civili ma anche che a decidere la permanenza al potere di Muammar Gheddafi debba essere il popolo libico e non altri”.

Per quanto riguarda l’Italia, infine, questa mattina è stata presentata  al Senato la bozza della risoluzione unitaria di maggioranza sull’intervento in Libia. Secondo le indiscrezioni di quanti hanno partecipato al vertice  il testo sarebbe “completamente diverso, più ampio e analitico” di quello votato quattro giorni fa dalle commissioni Esteri e Difesa delle Camere e a cui la Lega non aveva preso parte. In particolare Maurizio Gasparri ha sottolineato che “c’è un’ampia condivisione in maggioranza su questo testo”. Ora il governo dovrà sottoporlo a tutte le forze parlamentari, in modo che ci sia la più vasta condivisione.

Fabio Sciulli

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