Attualità Italiana

Proseguono le ricerche di Cristian nel Natisone: la famiglia spera di trovalo vivo

Continuano le ricerche per ritrovare Cristian il ragazzo disperso dopo la piena del fiume Natisone. La famiglia non demorde e spera di ritrovare il giovane in vita

ricerche cristian natisone

Non hanno perso le speranze i familiari di Cristian Molnar, il terzo ragazzo che era insieme a Bianca e a Patrizia nel giorno in cui la piena del Natisone ha scritto una pagina drammatica della storia del nostro paese. Era arrivato in Italia per rivedere la sua fidanzata, Bianca, e incontrare Patrizia. Tre persone che si volevano bene, unite in un tragico destino. Ieri, è stato trovato un pezzo di stoffa che lascerebbe pensare agli abiti che il ragazzo indossava. Ci sono pochissime speranze che Cristian possa essere ancora vivo ma i familiari non si arrendono.

 Ieri sono proseguite le ricerche del 25enne Cristian Molnar che continueranno «almeno fino a domenica», precisa il sindaco di Premariacco Michele De Sabata. All’opera 40 volontari della protezione civile e altrettanti vigili del fuoco che hanno usato droni, imbarcazioni fluviali e un elicottero. Sul posto Petru, il fratello di Cristian. «La famiglia non dispera ancora di trovarlo vivo», dice al Corriere il loro legale Gaetano Laghi. E sarebbe molto bello poter ritrovare almeno uno dei tre ragazzi che in quell’ultimo abbraccio che resterà per sempre nelle menti di tutti, si sono uniti per restare insieme.

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Si cerca ancora Cristian e si indaga sui soccorsi

Mentre si cerca ancora Cristian, con la speranza che il finale di questa drammatica storia possa essere diverso da quello che tutti si aspettano, si va avanti con le indagini per capire quello che davvero è successo il giorno in cui i tre ragazzi sono rimasti sulla piccola isoletta nel Natisone. Hanno chiesto subito aiuto ma gli elicotteri sono arrivati troppo tardi: si poteva fare di più? Qualcuno non ha compreso la gravità della situazione? Al vaglio le telefonate tra Patrizia e gli operatori del 112 per comprendere cosa la ragazza abbia chiesto e quali siano state le risposte ricevute.

«Non tralasceremo nessun aspetto ma dalla prima telefonata alla tragedia è passata circa mezzora — ricorda Lia — e, allo stato, non abbiamo elementi per cambiare l’imputazione contro ignoti».

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