Attualità Italiana

Nelle lettere di Bossetti a Gina una strana confessione sull’omicidio di Yara

In una lettera di Massimo Bossetti a Gina ci potrebbe essere anche una sorta di confessione in merito all'omicidio di Yara Gambirasio: ecco cosa scrive

Dopo aver letto parte della corrispondenza tra Massimo Bossetti e la sua amica Gina, ci siamo soffermati molto sul contenuto “osceno” se così possiamo definirlo, di questo scambio epistolare. Ma Bossetti e Gina non parlano solo di un loro possibile rapporto, della loro amicizia. Parlano anche della morte di Yara Gambiarasio. Come abbiamo ascoltato dagli stralci letti nel programma Quarto Grado, Bossetti racconta a Gina di avere nella sua cella una foto di suo padre, una foto con la quale parla, chiede aiuto. “Io so che mio padre e Yara sanno che sono innocente e chiedo sempre che mi possano aiutare” queste la parole di Bossetti alla sua amica Gina. Ma in una lettera pubblicata in esclusiva dal settimanale Giallo, Bossetti, parlando di Yara e del suo omicidio, dice anche qualcosa di molto particolare. Una frase che letta bene potrebbe sembrare anche una sorta di confessione.

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“Credetemi, tutto quello che a me ingiustamente è successo, a chiunque potrebbe veramente succedere, è sufficiente trovarsi in un posto e allo stesso momento sbagliato ed ecco qua che finisci in un maledetto ingranaggio facendo il possibile per non essere stritolato, e che ti sembra possibile uscirne…”.

Da queste parole sembrerebbe che Bossetti ammetta di essersi trovato sulla scena dell’omicidio, non parla ovviamente del fatto in sè ma di come sia finito in questo strano ingranaggio dal quale cerca di non essere stritolato. E’ possibile che in queste righe ci sia una sorta di ammissione? Bossetti continua a dichiararsi innocente e i suoi avvocati credono fortemente in lui e andranno avanti fino alla fine di questa triste vicenda continuando a ribadire la non colpevolezza del muratore di Mapello. L’ultima parola spetterà ovviamente ai giudici che decideranno se le prove portare a carico dell’imputato fanno di lui l’assassino di Yara Gambirasio.



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4 responses to “Nelle lettere di Bossetti a Gina una strana confessione sull’omicidio di Yara

  1. ma questo giornalista che ha scritto questo sè bevuto qualcosa …………ma vergognati sei malvagio meriteresti di farti ingoiare il tuo scritto vergognatiiiiiiiiiiiiiii

  2. I vermi di Giallo e di Quatro Grado sono gli stessi che cercavano di farci bere, la presenza di Bossetti a favor di telecamera in un crocchio di giornalisti e curiosi vicino al luogo del ritrovamento. Le fisionomie totalmente differenti hanno, per fortuna, mostrato quanto sono bugiardi. Gli stessi pseudo-giornalisti hanno sempre interpretato ogni cavillo a senso unico, perché la colpevolezza fa audience e quindi guadagno per loro. Fino al punto di inventarsi prove false. Dove non è arrivata la pm, che chiedeva di acquisire la corrispondenza sol perché, nella sua visione bigotta ed assolutamente non condivisibile, mostrava “una certa personalità dell’imputato… lì arrivano invece i giornalisti, dando a frasi assolutamente innocenti (poteva riferirsi ad un passaggio con il furgone, tra le mille interpretazioni), addirittura il valore di una confessione. Spero che quando questo incubo sarà finito gli avvocati sappiano rivalersi su questi squallidi speculatori.

  3. Gli speculatori di Giallo e di Quatro Grado sono gli stessi che cercavano di farci bere, la presenza di Bossetti a favor di telecamera in un crocchio di giornalisti e curiosi vicino al luogo del ritrovamento. Le fisionomie totalmente differenti hanno, per fortuna, mostrato quanto sono bugiardi. Gli stessi pseudo-giornalisti hanno sempre interpretato ogni cavillo a senso unico, perché la colpevolezza fa audience e quindi guadagno per loro. Fino al punto di inventarsi prove false. Dove non è arrivata la pm, che chiedeva di acquisire la corrispondenza sol perché, nella sua visione bigotta ed assolutamente non condivisibile, mostrava “una certa personalità dell’imputato… lì arrivano invece i giornalisti, dando a frasi assolutamente innocenti (poteva riferirsi ad un passaggio con il furgone, tra le mille interpretazioni), addirittura il valore di una confessione. Spero che quando questo incubo sarà finito gli avvocati sappiano rivalersi su questi squallidi speculatori.

  4. “è sufficiente trovarsi in un posto e allo stesso momento sbagliato” per esempio l’essere a casa o in giro per altri piccoli lavori fatti fuori dal cantiere, visto che gli inquirenti dicono che quel giorno non era al lavoro sul cantiere dove lavorava come dipendente. Ma quanta malafede certi pennivendoli d’accatto, solo per portare a casa mezza pagnotta. Personucole senza dignità. Ci sarà pure un motivo se l’itaglia è tra gli ultimi posti per libertà ed affidabilità della stampa.

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