Sergio Resinovich non ha dubbi: “So chi ha ucciso Liliana, aveva interesse che si ritrovasse il corpo”
Non ha dubbi Sergio Resinovich su chi sia l'assassino di sua sorella Liliana: non fa il nome ma racconta tutto il resto, dal movente alle bugie dette in questi tre anni e mezzo
“Non faccio nomi, ma dico che una sola persona aveva interesse a far sparire e poi ritrovare il suo cadavere. Chiunque altro si sarebbe sbarazzato del corpo, rendendolo introvabile per sempre. Solo una persona aveva invece bisogno, dopo un po’ di tempo, di farlo riapparire” sono queste le parole di Sergio Resinovich il fratello di Liliana che ha sempre lottato per avere giustizia per sua sorella. Non ha mai creduto all’ipotesi del suicidio, ha sempre detto che Liliana era stata picchiata quel giorno, ha sempre denunciato di non aver potuto vedere il volto di sua sorella dopo la morte e di aver chiesto conto dei segni che aveva notato sul corpo.
Oggi torna a parlare, sa che sono passati quasi 4 anni ma si affida al team di legali che ha assunto e ai suoi periti. Spera ancora che si possa avere giustizia e che finalmente Liliana possa trovare pace con il suo assassino in carcere.
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Sergio Resinovich e le accuse a Sebastiano Visintin
Non fa il nome Sergio Resinovich ma è chiaro che si stia riferendo a suo cognato, Sebastiano Visintin. Il marito di Liliana avrebbe ucciso la donna e avrebbe poi fatto ritrovare anche il corpo perchè aveva bisogno di entrare in possesso dei suoi beni, dell’eredità di cui tanto si è parlato in questi anni. Un famoso “tesoretto” che secondo le indiscrezioni sarebbe di almeno 100 mila euro mentre Visintin ha sempre dichiarato che c’erano in banca circa 50mila euro, quelli della liquidazione di Liliana che poi sono stati divisi con suo fratello Sergio, come prevede la legge.
Il fratello di Liliana è da sempre convinto e resta sulla sua posizione. Nell’intervista a Repubblica ha detto: “Pochi giorni dopo la scomparsa, mentre diceva a tutti che Lilly si era allontanata, mio cognato mi ha convocato e in auto mi ha detto che lui, da solo, economicamente non poteva vivere. Mi ha detto: “Prendo solo 560 euro al mese di pensione, non ce la faccio”. Liliana non c’era più, la cercavamo disperati e lui già pensava solo ai suoi soldi“.
Il movente è abbastanza chiaro per Sergio Resinovich che non ha più dubbi: “il matrimonio era finito e il marito non era in condizioni di vivere da solo, senza casa né soldi. Il piano, dal delitto alla scomparsa per prendere tempo, al ritrovamento per accedere all’asse ereditario, è stato architettato nei dettagli“. Un omicidio dunque anche premeditato.
Sergio Resinovich spiega anche perchè ha sempre creduto a Claudio. Ha detto di aver messo alla prova Sterpin facendogli delle domande, dei trabocchetti e che l’uomo è sempre stato sincero con lui, per questo ha smesso di dubitare e di pensare che potesse avere qualcosa a che fare con la morte di Liliana. E su Sebastiano aggiunge: “sono usciti solo e sempre depistaggi, bugie e incongruenze. Se Claudio Sterpin, amante di Lilly, il giorno dopo la scomparsa non fosse andato in questura a raccontare che il 14 dicembre doveva vedere mia sorella e che avevano deciso di vivere insieme, le indagini si sarebbero fermate davanti a un suggerito allontanamento volontario” ha aggiunto Sergio Resinovich che adesso si aspetta che venga fatta davvero giustizia e che l’assassino di sua sorella vada in carcere per quello che ha fatto.