Melissa, la mamma che ha ucciso la sua bimba gettandola nel water sui diari scriveva “sono una vampira”
Emergono inquietanti dettagli sulla vicenda della piccola neonata uccisa in provincia di Padova. Melissa sui suoi diari scriveva di essere una vampira
Un ritrovamento inquietante aggiunge nuovi elementi all’indagine sulla tragica vicenda di Melissa Machado Russo, la 29enne di origini brasiliane accusata di aver ucciso la propria bambina subito dopo il parto, a Piove di Sacco, in provincia di Padova. I carabinieri, durante una perquisizione nell’appartamento della donna, hanno scoperto un diario segreto nascosto in una borsa dentro un armadio.
Le pagine fitte di scrittura rivelano pensieri disturbanti: riferimenti all’occulto, al vampirismo, e la stessa Melissa che si autodefinisce una “vampira”. Un delirio ossessivo che potrebbe avere un ruolo determinante nella valutazione della sua capacità di intendere e di volere, sia negli attimi immediatamente successivi al parto sia nell’intero quadro psicologico che la perizia sta cercando di delineare.
L’omicidio della piccola e le indagini su Melissa Russo
L’autopsia, un tassello chiave nelle indagini, ha fornito dettagli drammatici sulla morte della neonata. Il medico legale ha stabilito che la bambina era nata viva, deducendolo dalla presenza di acqua nei polmoni e dalle ferite alla testa. Secondo l’ipotesi investigativa, la madre avrebbe tentato di spingerla nello scarico del water, forse con le mani, provocandone l’annegamento. E’ forse questa una delle notizie di cronaca nera più devastanti di questi ultimi mesi, anche se purtroppo, ogni giorno, di cose brutte in questo paese, ne succedono davvero tante e spesso a pagarne le conseguenze sono bambini innocenti.
Il 118, allertato successivamente, ha trovato la neonata con la testa incastrata nel water, ancora pieno d’acqua. Un dettaglio raccapricciante è che la donna avrebbe più volte tirato lo sciacquone nel tentativo di disfarsi del corpicino, prima di rendersi conto dell’impossibilità di portare a termine il gesto. A quel punto, avrebbe chiamato alcune sue colleghe – che lavoravano nel night club situato sopra il suo appartamento – e i nuovi gestori del locale.
Indagini in corso
Queste persone, che sono del tutto estranee all’inchiesta, sono state ascoltate dagli inquirenti per ricostruire le ore successive al tragico evento. Nel frattempo, l’indagine per omicidio volontario aggravato prosegue, con un focus sempre più attento sulla fragilità psicologica dell’accusata. Il diario rinvenuto potrebbe diventare un elemento chiave nella valutazione della sua salute mentale e nella ricostruzione della dinamica che ha portato a una vicenda così scioccante e potrebbe anche spiegare alcune delle azioni di Melissa.