Neonata sbranata dal pitbull di famiglia: tutto quello che non torna, genitori indagati
Neonata sbranata dal pitbull di famiglia in casa ad Acerra: il racconto che non torna del padre, i dubbi da chiarire. Le ultime notizie sul caso
Una tragedia sconvolgente ha colpito la comunità di Acerra, in provincia di Napoli. La piccola Giulia L., una neonata di soli nove mesi, è morta nella notte tra venerdì e sabato a seguito di un’aggressione da parte del cane di famiglia, un pitbull. La bambina è arrivata in condizioni disperate alla clinica Villa dei Fiori, ma ogni tentativo di salvarla è stato vano: il suo cuore ha cessato di battere pochi minuti dopo il ricovero.
L’incidente è avvenuto in un appartamento situato in via Gaetano Fusco, nel rione Ice Snei. La bambina è stata trasportata d’urgenza in clinica dal padre Vincenzo Loffredo, 25 anni, che inizialmente aveva dichiarato ai medici che l’attacco fosse stato opera di un cane randagio. Tuttavia, con l’intervento degli inquirenti, è emersa una versione differente della vicenda. Che cosa è successo davvero nella casa di Acerra e come è stato possibile che il padre della neonata non si sia accorto che la piccola era finita sotto attacco del cane?
Neonata sbranata dal cane ad Acerra: tutto quello che non torna
Secondo quanto ricostruito finora, al momento dell’attacco in casa erano presenti solo il padre e la bambina. La madre, Angela, si trovava fuori per lavoro. Vincenzo Loffredo ha raccontato di essersi addormentato con la figlia accanto sul letto e di essersi svegliato solo quando l’animale aveva già trascinato la piccola a terra. Tuttavia, restano ancora molte incertezze sulla dinamica esatta dell’accaduto.
La Procura di Nola ha aperto un’inchiesta per chiarire diversi punti oscuri della vicenda. È stato disposto un esame tossicologico sul padre per verificare se fosse semplicemente addormentato o sotto l’effetto di sostanze che avrebbero potuto comprometterne la lucidità. Inoltre, si sta valutando se l’aggressione sia avvenuta mentre la bambina era sdraiata accanto al padre o se, invece, si trovasse tra le sue braccia, una circostanza che potrebbe aver scatenato una reazione violenta del cane.
L’appartamento è stato posto sotto sequestro, mentre i due cani di casa, il pitbull e un meticcio, sono stati affidati all’ASL per ulteriori accertamenti. Secondo le ultime notizie, entrambi i genitori sarebbero indagati, come riferito anche nel corso della trasmissione Mattino 5 News ( puntata del 17 febbraio).
Un caso che ricorda altre tragedie simili
L’episodio di Acerra riporta alla mente un dramma analogo avvenuto meno di un anno fa a Campolongo, in provincia di Salerno, dove un bimbo di 15 mesi perse la vita dopo essere stato attaccato da due pitbull mentre era in braccio allo zio. Eventi tragici che, secondo molti, avrebbero potuto essere evitati. A rendere ancora più drammatica la vicenda, emergono ora testimonianze sul passato dell’animale. Anna, una dogsitter del quartiere, ha raccontato che già la scorsa estate il pitbull aveva mostrato segni di aggressività: «Mi ha attaccato alle spalle mentre portavo a spasso un cagnolino. Ho cercato di proteggerlo, ma è stato inutile: lo ha ucciso con un solo morso». Un episodio che era stato segnalato, ma senza conseguenze. La dog sitter che ha rilasciato questa intervista ha parlato anche di una denuncia che però non ha avuto seguito.
Dolore e dibattito sulla sicurezza dei cani pericolosi
La comunità di Acerra è sconvolta dalla tragedia e si è stretta attorno ai genitori della piccola Giulia. Vincenzo e Angela vengono descritti come persone perbene, lavoratori instancabili: lei impiegata in una pizzeria, lui barista in un distributore di benzina. Ma il dolore della loro perdita si mescola al dibattito sulla gestione di cani di razza considerata pericolosa.
Il deputato di Alleanza Verdi Sinistra, Francesco Emilio Borrelli, ha rilanciato la proposta di introdurre un patentino obbligatorio per chi possiede cani di grossa taglia, rilasciato dalle autorità veterinarie. Anche l’ex ministro Carlo Giovanardi ha espresso preoccupazione sui numeri di questo fenomeno: «Ogni anno si registrano almeno dieci vittime per aggressioni canine, e metà di queste sono bambini».
Il caso resta aperto e le indagini proseguiranno per chiarire ogni dettaglio di questa terribile vicenda; intanto però la piccola Giulia, una neonata di soli 9 mesi, non c’è più.