E’ un femminicidio quello di Aurora: spinta giù dal fidanzato, l’autopsia svela tutto
Aurora non si è tolta la vita il suo è un femminicidio e anche l'autopsia lo dimostra: la famiglia della 13enne di Piacenza continua a battersi per avere giustizia e verità
Non hanno mai creduto che Aurora si fosse gettata da quel balcone. Non hanno mai creduto che avesse tentato di togliersi la vita sua mamma e sua sorella che sin dal primo momento si sono battute per avere verità e giustizia per la 13enne. Pochi giorni dopo la sua tragica morte, avrebbe festeggiato il suo compleanno, con un viaggio tutte e tre insieme a Parigi. Viaggio che non c’è mai stato perchè qualcuno le ha fatto del male. Saranno i giudici a decidere chi è il responsabile e quanto dovrà pagare l’ex fidanzato, se colpevole. Ma secondo l’autopsia, non ci sono motivi per credere che Aurora abbia tentato di togliersi la vita.
E’ un femminicidio, quello che la sua mamma e sua sorella hanno da sempre detto. Le contusioni sulle nocche, segni di pugni ricevuti. L’ecchimosi su un braccio, possibile conseguenza di uno strattone violento. E, soprattutto, le lesioni nella parte posteriore del cranio, che suggeriscono una caduta all’indietro, forse provocata da una spinta. Sono questi gli elementi emersi dall’autopsia condotta sul corpo di Aurora Tila, la tredicenne morta il 25 ottobre scorso a Piacenza, precipitata dal balcone del terzo piano. Un quadro che, secondo il medico legale Giovanni Cecchetto dell’Università di Pavia, sarebbe incompatibile con un suicidio. Se la ragazza si fosse gettata volontariamente, la dinamica della caduta sarebbe stata diversa. E che Aurora si sia aggrappata fino all’ultimo alla vita, lo hanno raccontato anche i testimoni che loro malgrado, hanno assistito al litigio tra lei e il suo ex fidanzato, arrestato pochi giorni dopo la morte della piccola. Aurora sarebbe stata spinta.
E’ un femminicidio quello di Aurora: è stata spinta giù dal balcone
Questa ricostruzione trova riscontro nell’ordinanza di custodia cautelare emessa dal Tribunale per i minorenni di Bologna nei confronti dell’ex fidanzato di Aurora, un quindicenne ora detenuto con l’accusa di omicidio volontario. Il giovane, difeso dall’avvocato Ettore Maini, nega ogni responsabilità.
Tuttavia, contro di lui pesano almeno tre testimonianze raccolte dai carabinieri del nucleo investigativo di Piacenza. Due operai, che si trovavano su un ponteggio nei pressi del luogo della tragedia, avrebbero assistito alla scena, seppur da una certa distanza. Una terza persona avrebbe invece udito le urla disperate di Aurora e visto il ragazzo colpire con violenza le sue mani mentre lei si aggrappava disperatamente alla ringhiera per non cadere. La piccola ha cercato in tutti i modi di salvarsi, di lottare per sopravvivere. Non ce l’ha fatta, non si esclude che il ragazzo possa averla anche colpita sulle mani per farla cadere.
La madre della tredicenne, Morena Corbellini, non ha mai creduto alla tesi del suicidio: “Non ne aveva alcuna ragione”, ha sempre sostenuto. Già in passato, la donna aveva segnalato episodi di violenza subiti dalla figlia da parte del quindicenne, allegando agli investigatori screenshot di messaggi in cui Aurora le raccontava le aggressioni, gli strappi al cellulare e gli strattoni subiti alla fermata dell’autobus. Una spirale di soprusi culminata nella decisione della ragazza di chiudere la relazione. Dal primo momento la mamma di Aurora ha spiegato che sua figlia è stata sicuramente attirata con l’inganno in quel posto perchè lei il suo ex, non voleva più vederlo. Lui invece, nonostante avesse un’altra fidanzata, si appostava sotto casa, fino ad arrivare a dormire anche nelle cantine del palazzo, pur di stare vicino a lei. E’ un amore tossico, purtroppo succede anche a chi di anni, ne ha così pochi e dovrebbe vivere la relazione affettiva in tutt’altro modo.
Le conclusioni dell’autopsia sembrano confermare i timori della madre. “Cinquanta pagine che parlano chiaro”, si è limitata a commentare, profondamente provata. L’avvocata che la assiste, Anna Ferraris del foro di Milano, ha aggiunto un ulteriore dettaglio agghiacciante: “Aurora ha lottato per non precipitare, sulle sue mani sono stati trovati segni di violenza diretti a farle mollare la presa”.