Un’amica di Moses lo scagiona: “E’ stato mesi in Africa , non sa nulla del piano di Rosa”
Un'amica di Moses, il marito di Rosa Vespa spiega perchè non si è accorto della finta gravidanza: sarebbe stato in Africa per diversi mesi per motivi familiari
In una intervista rilasciata per Zona Bianca, una amica di Moses, il marito di Rosa Vespa, spiega perchè l’uomo non può aver aiutato sua moglie a preparare il piano diabolico per rapire la piccola Sofia. Ne sono convinti anche gli inquirenti: Acqua Moses non ha nulla a che fare con il sequestro della bambina, lui pensava di portare a casa suo figlio. Sono le chat che dimostrano tutto quello che in tanti ancora oggi, mettono in dubbio. Le parole di questa amica di Moses però potrebbero spiegare tante cose. Ci siamo infatti tutti chiesti come mai l’uomo non abbia mai partecipato alle visite mediche, non abbia visto il corpo di sua moglie cambiare, non l’abbia accompagnata a un corso pre parto.
Insomma tutte cose che si fanno nel nostro paese. Una parte probabilmente di risposte potrebbero essere date dal fatto che Moses, non conosce tutto l’iter che si fa nel nostro paese, quando una donna resta incinta. Il datore di lavoro ne ha parlato come di un ragazzo molto bravo e forse manipolabile, convinto che sia stata Rosa Vespa a fare tutto. Negli audio che la donna ha mandato ai familiari dopo il parto, si sente raccontare del covid preso dal bambino, e sono le stesse cose che ha detto a suo marito, per spiegare il motivo per il quale non poteva andare in ospedale. Ma torniamo ad Acqua Moses.
Acqua Moses è stato per mesi in Africa prima del “parto” di Rosa Vespa?
Secondo questa amica che ha raccontato di come Moses fosse felice per l’arrivo di suo figlio, tanto da correre da lei per bere una birra insieme il giorno della nascita, spiega come mai, l’uomo potrebbe non essersi accorto di nulla. Racconta infatti che è stato almeno 3 o 4 mesi in Africa perchè sua madre è stata male ( non è chiaro se ci sia stato anche il funerale in seguito alla sua morte). Se questo fosse vero, e gli inquirenti ne avessero prove ( dai biglietti dell’aereo alle testimonianze di tutte le persone vicine a Moses) si spiegherebbero tante cose. Se infatti Rosa Vespa avesse deciso di comunicare di questa gravidanza a suo marito mentre era fuori, dicendo di essere al terzo o al quarto mese, lo avrebbe ritrovato poi tre mesi dopo, quasi in procinto di partorire, dunque l’uomo, non ci sarebbe stato quasi per tutto il tempo in cui lei avrebbe simulato la gravidanza.
Tutto da dimostrare è chiaro, ma le prove e le testimonianza raccolte in questi giorni, sembrano proprio andare a favore di Moses. Non si può però escludere che in questa vicenda Rosa Vespa non abbia ricevuto l’aiuto di altre persone, persone a lei vicine. Ma chi? Le indagini proseguono perchè la Vespa in questi mesi in cui ha raccontato a tutti di essere incinta ha mostrato ecografie, fornito certificati medici e fatto tutto il possibile per inscenare la gravidanza. Nessuno aveva sospettato, tutti le hanno creduto tanto da arrivare, il giorno in cui la donna ha riportato “suo figlio a casa”, un figlio che suo non era, a lanciare confetti azzurri al suo passaggio per dare il benvenuto nella palazzina al bambino. Un film horror che invece è realtà.
Un film nel quale Moses a quanto pare, sarebbe solo una comparsa.