Giuseppe Lacarpia ha ucciso sua moglie e poi si è suicidato in carcere: aperta una inchiesta
Le ultime notizie da Bari dove Giuseppe Lacarpia si è tolto la vita in carcere: era accusato dell'omicidio di sua moglie Maria Arcangela
Giuseppe Lacarpia si è tolto la vita in carcere poche ore fa. Il 65enne di Gravina di Puglia il 6 ottobre era stato fermato per il femminicidio di sua moglie, Maria Arcangela Turturo. Lunedì era stato al cimitero per poter visitare sua moglie, una visita di circa un’ora nel pomeriggio, durante l’orario di chiusura. E nello stesso giorno, poche ore dopo, si è tolto la vita; lo avrebbe fatto legando l’estremità di un lenzuolo alle sbarre del letto e poi al collo. E’ successo nel carcere di Bari.
Stanno facendo molto discutere in queste ore, anche le parole di una delle figlie di Giuseppe Lacarpia. Dopo la morte di Maria Arcangela, i figli e le figlie della donna, avevano raccontato di come la donna per abbi abbia sopportato i soprusi e i maltrattamenti del padre, perdonandolo anche dopo accadimenti molto gravi. In passato l’uomo era stato anche in carcere per il tentato omicidio di suo figlio. Maria Arcangela, si prendeva cura di Lacarpia, nonostante lui continuasse a farle del male, sia verbalmente che fisicamente.
E’ emerso nel corso delle indagini, che l’uomo aveva alle spalle anche due precedenti tentativi di suicidio per i quali era stato già ricoverato in ospedale. Una situazione molto problematica, al punto che una delle figlie della coppia, Antonella, ieri ha commentato la notizia del suicidio su Facebook con delle emoticon festanti: «Sono tutte le preghiere fatte per mamma», ha scritto sui social. Salvo poi precisare: «Non è un festeggiamento, è giustizia per la mia mamma».
La morte di Giuseppe Lacarpia
La vicenda giudiziaria, però, potrebbe non essere del tutto terminata: se l’indagine per l’omicidio non avrà evidentemente altro futuro, la Procura di Bari ha avviato però altri accertamenti sul suicidio di Lacarpia. Da capire, infatti, se ci siano state falle nel sistema di sicurezza, anche se per l’uomo non era stata disposta la sorveglianza a vista per 24 ore.
Sul corpo del 65enne, in ogni caso, verrà svolta l’autopsia, l’incarico sarà conferito nella giornata del 22 ottobre.
Secondo quanto è emerso nelle ultime ore, Lacarpia, dopo essere entrato in carcere, era caduto dal letto della sua cella ed era stato ricoverato per alcuni giorni nel Policlinico di Bari, e per questo la convalida del suo fermo si era svolta in sua assenza. Poi, interrogato dalla gip Valeria Isabella Valenzi, aveva fornito la stessa versione data subito dopo i fatti: «Ho provato a rianimarla, avevamo fatto un incidente e la macchina aveva preso fuoco». Una versione alla quale era impossibile credere anche perchè c’erano dei testimoni che avevano visto tutto un altro “film”.
Le indagini e le testimonianze sul femminicidio
Non solo le parole dei presenti ma anche quelle della moglie di Giuseppe Lacarpia che ha fatto in tempo a parlare con un poliziotto: «Mi voleva uccidere, mi ha messo le mani alla gola. Mi ha chiuso in macchina con le fiamme».