Leonardo si è ucciso a 15 anni, durissime le parole dell’avvocata: l’indifferenza
Leonardo aveva 15 anni e a scuola per non sentire i continui insulti passava sei ore con le cuffiette, nessuno ha detto niente ai genitori
Aveva solo 15 anni Leonardo, si è ucciso, non ha retto al bullismo ma forse più di tutto non ha retto alla mancanza di aiuto a scuola. Ne aveva parlato Leonardo, non era rimasto in silenzio ma non è bastato a salvarlo.
E’ terribile ma intorno a questa drammatica storia del ragazzo di Senigallia che si è suicidato c’è il silenzio, lo dice la mamma di Leonardo, lo dice la sua avvocata. E’ a La volta buona che la madre di Leonardo chiede giustizia terrena e divina. Ai bulli che hanno distrutto la vita di suo figlio non dice nulla, spera che quello che meritano loro arriverà con la giustizia. Suo figlio non indosserà mai la divisa, era il suo sogno, era buono, aveva un grande senso della giustizia. E’ un caso assurdo su cui va fatta luce perché un adolescente si è suicidato dopo avere chiesto aiuto, dopo che aveva manifestato il suo grave malessere, dopo che aveva stretto la mano ai bulli pensando che fosse finita ma tre giorni dopo è finita la sua vita.
Leonardo suicida a 15 anni, la mamma a La volta buona
Si poteva fare qualcosa, è questo che sembra trasparire. L’avvocata interviene a La volta buona e parla di indifferenza, sia nei confronti del ragazzo che attualmente nei confronti della famiglia. Nessuno ha fatto niente? Nessuno si è avvicinato alla famiglia di Leonardo? La madre racconta che delle difficoltà di suo figlio a scuola nessuno le ha detto niente, nemmeno quando Leonardo ha raccontato tutto all’insegnante. Non ha ricevuto un messaggio, una telefonata. Solo suo figlio le aveva raccontato alcune cose chiedendole di non intervenire perché avrebbe cercato di risolvere tutto lui.
“Alcuni ragazzi hanno confermato quanto denunciato: Leonardo era arrivato a passare sei ore scolastiche con le cuffiette nelle orecchie per non sentire quello che continuamente gli dicevano e allora a me viene una domanda – è l’avvocata a parlare – la scuola dovrebbe essere la seconda famiglia dei nostri figli perché i fulcri della vita e della crescita dello sviluppo dei nostri figli sono inizialmente alla famiglia e poi la scuola. Questi docenti che erano in classe quando Leonardo veniva preso in giro se fossero stati a casa loro, se i loro figli si fossero comportati in quella maniera, avrebbero fatto qualche rimprovero oppure avrebbero agito come se nulla fosse? E perché nel caso di Leonardo, scusatemi ma per me è veramente complicato, hanno fatto finta di nulla, non hanno avvertito neppure i genitori di Leonardo per chiedere e per dire ‘guardate che vostro figlio sta con le cuffie tutto il giorno’, non hanno agito nei confronti di queste persone. Leonardo dopo aver parlato con i genitori convinto di vincere il male ha preferito non fare la denuncia, ha preso coraggio e ha parlato con quello che era il professore di sostegno, non di Leonardo ma che c’era all’interno della classe e che aveva anche il ruolo di coordinatore dicendogli che non voleva più andare a scuola e che voleva andare. Ma gli è stato risposto ‘hai l’obbligo scolastico’”.
La scuola è stata contattata da La volta buona ma nessuno ha partecipato alla puntata, al programma. Caterina Balivo ribadisce che non si vuole colpevolizzare nessuno ma un ragazzo di 15 anni è morto, si è ucciso. Al funerale ha partecipato il preside della scuola la mamma l’ha allontanato, è ovvio, era ormai troppo tardi.
Chi ha amato Leonardo continua ad essere presente, c’era prima, c’è stato ai funerali ed è accanto alla madre oggi ma gli altri non ci sono. “Qualcuno dovrà pagare, questa morte non deve essere vana” chiude Caterina Balivo.