Attualità Italiana

La sorella del killer di Sharon Verzeni: “Avevo paura di morire anche io, abbiamo denunciato”

La sorella di Moussa Sangare racconta di tutti i maltrattamenti subiti, della paura e delle denunce ma niente è stato fatto. Sharon Verzeni vittima innocente

sharon verzeni

Non sono servite a nulla le denunce che la sorella di Moussa Sangare e sua madre hanno presentato alle autorità. Non sono servite a salvare la vita di Sharon Verzeni che il suo killer, neppure lo conosceva. Che Moussa fosse pericoloso, lo avevano capito sua madre e sua sorella che si erano allontanate da lui, nonostante gli volessero bene. Sapevano che potevano davvero rischiare grosso. “Ho avuto paura di morire” racconta oggi la sorella del killer, che ha invece ucciso una ragazza indifesa, incontrata per caso in strada.

>>>> “Scusa per quello che sto facendo” così Moussa Sangare ha ucciso Sharon Verzeni

Parla la sorella del killer di Sharon Verzeni

La ragazza studia ingegneria a Bergamo e vive con sua madre e racconta, ancora terrorizzata, quello che è successo nell’ultimo periodo. Lo fa parlando i giornalisti del Corriere della sera. Spiega la giovane studentessa: “È stata un’escalation. Io mia madre Kadiatou abbiamo fatto di tutto per aiutarlo. Non volevamo credere a quello che ha confessato. Con mamma siamo scoppiate in lacrime. Forse però se ci avessero ascoltate Sharon sarebbe ancora viva. Il nostro pensiero va a lei e alla sua famiglia“.

Il cambiamento, secondo la sorella di Moussa, è iniziato dopo il 2019. Il ragazzo era andato all’estero con il sogno di sfondare nel mondo della musica rap. Aveva lasciato l’Italia per trovare la sua strada ma quando è tornato a casa, non era più lo stesso. Alla famiglia ha confessato di aver fatto uso di droghe sintetiche. Da quel momento sua sorella e la mamma hanno capito che dovevano tutelarsi da quel ragazzo, perchè non era più il Moussa di un tempo. Hanno fatto tre denunce. “La prima nel 2023, l’ultima a maggio. Danneggiamenti, violenza domestica, maltrattamenti. Eravamo in pericolo. Nessuno si è mosso. Sia io sia il mio avvocato abbiamo scritto al sindaco, agli assistenti sociali. Eppure i segnali c’erano tutti. Volevamo aiutarlo a liberarsi dalla dipendenza. Ci abbiamo provato: hanno detto che doveva essere lui a presentarsi volontariamente. Non lo ha fatto” ha raccontato la sorella dell’assassino.

Ha incendiato la cucina di casa, provato a sfondare una porta per chiedere soldi. Ha più volte minacciato sua sorella e sua madre. Ha detto loro che le avrebbe ammazzate. E così le due donne hanno chiesto aiuto a tutti, anche al sindaco del paese ma nessuno ha fatto niente. Il 9 maggio poi, l’inevitabile con Moussa che minaccia sua sorella con un coltello. E’ scattato il codice rosso ma lui era sparito; in realtà aveva occupato un appartamento nello stesso stabile. Nessuno lo ha fermato. Eppure, spiega la sorella di Moussa, tutti sapevano dove stava a che cosa aveva fatto. La famiglia è sotto choc ma il pensiero va ai familiari di Sharon Verzeni, che hanno perso una ragazza così giovane senza un perchè.

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