Omicidio Sharon Verzeni: la confessione, l’arma del delitto e il movente inesistente
E' stata ritrovata l'arma del delitto e c'è la confessione dell'assassino di Sharon Verzeni: le ultime notizie da Bergamo
Ha un nome e un cognome l’assassino di Sharon Verzeni. E anche una storia da raccontare. O forse poco da dire. Già perchè l’uomo che ha ucciso la giovane barista di Terno d’Isola, non sa neppure perchè lo ha fatto. I dettagli sono emersi pochi minuti fa, nel corso della conferenza stampa durante la quale gli investigatori hanno raccontato tutto. La confessione dell’assassino, il movente che non c’è. Ci sono invece le prove: i vestiti sporchi di sangue, l’arma del delitto. Un omicidio risolto in un mese grazie alle immagini delle telecamere ma anche alle persone che hanno collaborato con la loro testimonianza, dando un nome e un cognome al misterioso uomo della bici che si vedeva nelle immagini.
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Chi è l’assassino di Sharon Verzeni
Italiano, di origine familiare del Mali, residente a Suisio, in provincia di Bergamo, Moussa Sanagare ha confessato nel corso della nottata: «Ho avuto un raptus improvviso. Non so spiegare perché sia successo, l’ho vista e l’ho uccisa». L’uomo non aveva alcun legame con la vittima, dunque almeno secondo quello che è emerso negli ultimi giorni di investigazione. Sono state le immagini delle telecamere a incastrare questa persona ma anche la testimonianza di due persone che hanno collaborato con le forze dell’ordine, permettendo dunque di identificare l’assassino di Sharon Verzeni.
Non solo indizi, ma prove certe che aiutano a risolvere un giallo che sembrava quasi impossibile da comprendere. Trovato anche quello che potrebbe essere «il coltello che è stato utilizzato per uccidere Sharon Verzeni» ha spiegato la procuratrice aggiunta di Bergamo Maria Cristina Rota.
Prima che l’assassino di Sharon Verzeni venisse arrestato alle prime luci dell’alba del 30 agosto, le ipotesi messe in piazza su questa vicenda sono state davvero tante. Dalla persona assoldata per uccidere Sharon passando per un serial killer della bergamasca. Gli esperti avevano escluso un omicidio senza movente, e invece, la persona che ha ucciso Sharon Verzeni non l’aveva mai vista prima, non la conosceva. Ha ucciso senza motivo.
“Prima di colpire Verzeni il fermato ha detto di aver puntato il coltello a due ragazzini di 15/16 anni. Li invitiamo a farsi avanti e dirlo” spiega nel corso della conferenza stampa la procuratrice. Nessun commento per il momento da parte dei genitori di Sharon Verzeni, non ha voluto parlare neppure Sergio Ruocco, il compagno della donna. Sin dall’inizio di questa vicenda è finito sotto ai riflettori ma la famiglia di Sharon è sempre stata dalla sua parte, ben sapendo che il giovane mai avrebbe fatto del male alla ragazza.