Attualità Italiana

Alessia Pifferi madre egoista: ha fatto morire Diana per passare un weekend fuori

La piccola Diana è morta di stenti nella casa di Milano dove è stata abbandonata. Alessia Pifferi madre egoista: quello che si legge nelle motivazioni della condanna all'ergastolo

alessia pifferi e diana

Alessia Pifferi è stata condannata in primo grado all’ergastolo per aver fatto morire di stenti la sua bimba, la piccola Diana. Lo ha fatto, come si legge in queste ore nelle motivazioni della sentenza, con un atto egoistico. Il solo motivo per il quale Alessia Pifferi ha lasciato sua figlia a casa è evidente: passare un weekend lungo con il suo compagno. La sua scelta ha condannato la piccola Diana a morire da sola, senza cibo e acqua, nel lettino dove era stata lasciata. Alessia Pifferi è stata animata da un «futile ed egoistico movente», ossia «regalarsi un proprio spazio di autonomia, nella specie un lungo fine settimana con il proprio compagno», «rispetto al prioritario diritto/dovere di accudire la figlioletta» di un anno e mezzo. Lo scrive la Corte d’Assise di Milano nelle motivazioni della sentenza dello scorso 13 maggio.

Alessia Pifferi e la morte della piccola Diana

Sono circa 50 le pagine delle motivazioni che hanno portato i giudici a decidere per l’ergastolo. Si ripercorre in quelle pagine, tutto quello che è accaduto nelle ore in cui la piccola Diana moriva. E’ stata abbandonata nella casa di Milano, il piccolo appartamento dove viveva con la sua mamma. Lì è rimasta dal pomeriggio del 14 luglio al 20 luglio. Alessia Pifferi aveva lasciato accanto alla piccola, un biberon di latte e una bottiglietta d’acqua. La bambina era nel suo lettino di campeggio. Secondo quanto è emerso dagli esami autoptici, la piccola potrebbe essere morta tra il 18 luglio e la mattina del 20 luglio, è difficile stabilirlo con precisione anche perchè c’è un quadro di “disidratazione spiccato”. Inoltre, si fa notare che nel frigorifero o nella dispensa, non c’erano alimenti adatti a una bambina di quella età, come ad esempio delle pappe o altri alimenti per bimbi.

Per la Corte, presieduta dal giudice Ilio Mannucci Pacini, Pifferi ha commesso un reato di «elevatissima gravità, non solo giuridica, ma anche umana e sociale». Nelle motivazioni si legge inoltre che Alessia Pifferi non perdeva occasione, anche in aula, di ricordare come il suo compagno, vedesse in Diana una sorta di ostacolo, di peso. La Pifferi in aula ha raccontato di un litigio con l’uomo, litigio che l’avrebbe spaventata e che per questo motivo, non sarebbe rientrata a casa il 18 luglio ma avrebbe proseguito il suo weekend lungo.

«La donna sin nell’immediatezza si professava consapevole di aver tenuto, per il suo desiderio di avere propri ‘spazi’ autonomi, una condotta sbagliata e pericolosa per l’incolumità della figlia. Falso che comprendeva e metteva a fuoco tali circostanze solo a seguito del percorso psicologico seguito in carcere», evidenziano i giudici che, nel riportare ampi stralci della perizia, ribadiscono la capacità di intendere e volere dell’imputata che per salvaguardare se stessa non ha esitato a mentire

Seguici

Seguici su

Google News Logo
Ricevi le nostre notizie da Google News

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.