Attualità Italiana

La rabbia del padre di Lorena Quaranta dopo lo sconto di pena all’assassino per il covid: “Così la uccidono di nuovo”

Lorena Quaranta è stata uccisa da Antonio De Pace ma per la cassazione c'è l'attenuante dello stress da covid

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Sta facendo non poco scalpore la decisione della cassazione per quello che riguarda Antonio De Pace. L’iomo era stato condannato in primo e secondo grado ma pochi giorni fa tutto è stato ribaltato. Non c’è giustizia per Lorena Quaranta secondo i familiari della giovane. E oggi, in una intervista al Messaggero, il padre della ragazza, esprime tutta la sua rabbia: “il Covid non c’entra niente“. A dichiararlo, tra le lacrime, è il padre della vittima, Vincenzo, definendo “un affronto” la sentenza della Cassazione che ha annullato le condanne di primo e secondo grado ad Antonio De Pace con l’attenuante dello “stress da coronavirus”. 

Lorena è stata uccisa il 31 marzo del 2020, in piena ondata di covid ma, come ricorda suo padre, i messaggi tra lei e Antonio de Pace raccontando di un amore tossico, già da prima, nel 2019, quando il covid non c’era. Nel nuovo appello De Pace potrebbe vedersi annullato l’ergastolo e perfino concesse le attenuanti generiche.

Lorena Quaranta: tutta la rabbia del padre

Non può che essere distrutto il padre di Lorena, che dopo aver perso sua figlia si aspettava almeno che la legge facesse il suo corso e di poter avere giustizia per quello che è successo. Ma non è accaduto. “La verità è che lui aveva un complesso di inferiorità nei confronti di mia figlia“, ha sottolineato il genitore della 27enne, sostenendo che De Pace non è stato preda di alcun raptus psicotico il 31 marzo 2020, quando strangolò Lorena in una villetta di Furci Siculo (Messina). “Quello che è successo con questa sentenza è gravissimo e ingiusto, così la uccidono di nuovo. Chissà se Lorena fosse stata la figlia di questi giudici…”, ha affermato Vincenzo Quaranta a Il Messaggero.

Il padre di Lorena Quaranta è anche convinto che il De Pace non abbia davvero tentato di uccidersi, come è emerso nel corso del processo. Mette in evidenza che se avesse voluto farlo, lo avrebbe fatto e ci sarebbe riuscito, essendo lui un infermiere specializzato. Il papà di Lorena Quaranta in ogni caso non si arrende e ricorda anche l’efferatezza con la quale sua figlia è stata uccisa: prima colpita al volto con una lampada e poi strangolata. La famiglia di Lorena andrà avanti fino a quando giustizia non sarà fatta.

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