La storia di Maria Basso finisce con un arresto: portata da Asiago in Sicilia, uccisa con spaghetti per l’eredità
La strana morte di Maria Basso: arriva la svolta nel caso, la nipote è stata arrestata, si indaga per capire che cosa è stato fatto per mettere le mani sull'eredità
La storia di Maria Basso mesi fa, è stata raccontata in molti programmi televisivi mesi fa. E’ la storia di una donna, che aveva la sua vita tranquilla in una RSA in Veneto, ad Asiago e improvvisamente si era ritrovata in Sicilia. Per anni, nessuno della sua famiglia si era fatto vivo fino a quando, una nipote, era partita dalla Sicilia, per arrivare in Veneto, portare via sua zia e farla trasferire in modo definitivo sull’isola. Maria Basso era stata portata in una nuova RSA, lì aveva incontrato un notaio e aveva redatto un nuovo testamento, oltre a dare delle procure a sua nipote. Poi il dramma: Maria esce dalla RSA con i suoi familiari ma torna che sta molto male. Si scopre che la donna, che non poteva mangiare nulla di solido, è stata invece nutrita con spaghetti e altri alimenti. Un pranzo fatale. Oggi la svolta: la nipote di Maria Basso, che era deceduta pochi giorni dopo quell’ultimo pranzo, è stata arrestata.
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Maria Basso: la storia finisce con un arresto
La nipote di Maria Basso, è ora agli arresti domiciliari. Il piano diabolico che ha portato alla morte della donna, era mosso da un movente economico: circa 500mila euro di eredità, tra denaro e immobili.
Tutto era iniziato con una procura; la nipote di Maria Basso, le aveva fatto sottoscrivere una procura generale anche per il compimento di atti di straordinaria amministrazione in proprio favore; il 9 dicembre 2022, facendo sottoscrivere un testamento pubblico con cui la istituiva come unica erede universale. Due giorni dopo il drammatico epilogo: contro ogni prescrizione medica, la donna avrebbe portato fuori a pranzo l’anziana, facendole mangiare cibi solidi (in particolare un piatto di spaghetti) che le hanno provocato la morte. Maria infatti, non poteva mangiare nulla di solido, solo omogeneizzati.
La procura etnea ha chiesto e ottenuto dal gip la misura cautelare degli arresti domiciliari con braccialetto elettronico. L’indagata è stata rintracciata e ammanettata nella sua abitazione.