Svolta nel caso Alessio Cini : per il suo omicidio arrestato il cognato
Arriva la svolta nell'indagine per l'omicidio di Alessio Cini: nelle ultime ore è stato fermato il cognato che avrebbe ucciso il 57enne per ragioni legate all'eredità. Le ultime notizie
Uscito di casa senza il cellulare, con la macchinetta del caffè da preparare, all’improvviso. Forse perchè conosceva il suo assassino? E’ stato da sempre questo il dubbio degli investigatori che hanno indagato sull’omicidio di Alessio Cini e che ora sono arrivati a una svolta. Il 57enne ucciso davanti alla sua casa di Agliana è stato ammazzato da suo cognato. Che l’assassino fosse da ricercare nella cerchia delle conoscenze di Alessio Cini, sembrava cosa scontata sin dalle prime ore di queste indagini. L’uomo era stato ritrovato carbonizzato davanti casa, nel giardino, l’8 gennaio 2024. Era stata la figlia a ritrovarlo, la ragazza, dopo il divorzio dei suoi genitori aveva deciso di vivere con il papà.
Oggi l’arresto. A uccidere Alessio Cini è stato il cognato, Daniele Maiorino. Alla base dell’omicidio ci sarebbe una questione di eredità. L’accusa sarebbe omicidio volontario aggravato dalla parentela e dalla «crudeltà». Cini era stato colpito con un corpo contundente, una spranga probabilmente, alla testa e al torace, anche con calci, e poi gli avrebbero dato fuoco.
Le ultime dall’Italia >>> Le parole di Impagnatiello per Giulia: “Chiedo scusa, spero ogni mattina di non svegliarmi più”
Alessio Cini: è stato arrestato il cognato per il suo omicidio
Di questo caso si è molto parlato anche in tv, in particolare la trasmissione Ore 14 ha seguito giorno dopo giorno la vicenda, cercando di mettere insieme i tasselli per un giallo che lasciava senza parole, anche per la crudeltà con la quale l’uomo era stato ucciso. All’inizio sembrava un suicidio. Ma a dare una prima svolta alle indagini è stata l’autopsia. Cini, secondo i medici legali Ilaria Marradi e Walter Calugi, è stato colpito alla testa con una spranga di ferro e poi con calci al torace. Infine, ancora vivo ma non più in grado di difendersi, è stato cosparso di liquido infiammabile e dato alle fiamme. Una violenza che ha fatto da subito pensare che la persona che lo aveva colpito ce l’aveva con il Cini per un qualche motivo.
Bisognerà adesso comprendere se si è trattato di un omicidio premeditato. La mattina presto Cini portava fuori il suo cane e forse ha incontrato per caso il cognato. O forse no.
Gli investigatori hanno ascoltato i parenti, i vicini di casa e gli amici della vittima. Poi si sono concentrati sui filmati delle telecamere di videosorveglianza, che hanno documentato gli spostamenti delle persone, il rogo e l’esatta ora della morte di Alessio Cini. Ma preziosa si sarebbe rivelata un’ intercettazione ambientale registrata nell’auto dell’indagato, in cui Maiorino, parlando da solo, ha ricostruito ogni terribile momento dell’omicidio del povero cognato. Non è la prima volta che le cimici nascoste nelle macchine delle persone coinvolte, aiutano le forze dell’ordine nelle loro indagini.
L’indagato aveva problemi economici e, secondo i carabinieri, avrebbe ucciso il cognato per motivi di eredità, derivante dalla morte di Alessio Cini e di cui avrebbe potuto beneficiare.