Attualità Italiana

Strage familiare a L’Aquila: medico in pensione uccide moglie e figli e poi si toglie la vita

Una vera e propria strage familiare a L'Aquila dove un medico in pensione ha ucciso i suoi due figli, sua moglie e poi si è tolto la vita

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Un fatto di cronaca nera arriva dall’Abruzzo e lascia tutti senza parole. E’ successo solo poche ore fa: uno stimato medico in pensione ha ucciso sua moglie, ha ucciso i suoi figli, e poi si è tolto la vita. I fatti sono accaduti questo pomeriggio nell’abitazione di famiglia, una villetta in periferia a L’Aquila. Secondo le prime informazioni, l’omicida sarebbe il medico aquilano Carlo Vicentini, primario di urologia all’ospedale di Teramo. Avrebbe ucciso la moglie e due figli e poi si sarebbe appunto, tolo la vita. Sul posto la Polizia e il magistrato di turno.

I 4 corpi senza vita sono stati trovati nel primo pomeriggio di oggi nella villetta della famiglia alla periferia dell’Aquila. Sui corpi sarebbero state trovate ferite che portano a pensare a un tragico gesto. Alla base della tragedia secondo quanto trapela dalle primissime indagini ci sarebbero le condizioni di salute molto gravi di uno dei due figli. Per questo motivo il professionista, in pensione da circa un mese, avrebbe perso la testa arrivando a compiere una vera e propria strage familiare. L’uomo avrebbe utilizzato una pistola regolarmente denunciata. È una delle indiscrezioni emersa nella fase dei primissimi rilievi che la polizia sta effettuando sul posto insieme al magistrato di turno Guido Cocco. 

Stando ad alcune indiscrezioni trapelate, gli omicidi non risalgono al pomeriggio di oggi. L’uomo avrebbe ucciso i suoi familiari diversi giorni fa. Alcune fonti rivelano che l’uomo, avrebbe lasciato un biglietto per spiegare i motivi del gesto che ha fatto.

Le ultime notizie da L’Aquila: i fatti

Il professionista ha ucciso il figlio Massimo 43enne, disabile e attaccato ad un respiratore, la seconda figlia Alessandra, 36enne, e la moglie. E’ al vaglio il movente e le circostanze: non è ancora chiaro che si sia trattato di un raptus o di un gesto premeditato. Secondo le prime ipotesi, il medico, sopraffatto dalle condizioni di salute complicate di suo figlio, avrebbe deciso di uccidere tutti e togliersi poi la vita.

«Siamo devastati. È una tragedia che non riusciamo a spiegarci: il professor Vicentini era un urologo molto bravo ed apprezzato oltre che un uomo gentile, sensibile e disponibile». Lo dice il direttore generale della Asl di Teramo Maurizio Di Giosia. «Era andato in pensione circa un mese fa, dopo aver fatto un grandissimo lavoro nella nostra azienda, nel reparto di urologia a gestione universitaria — continua Di Giosia —. Al momento del pensionamento il reparto è tornato a gestione ospedaliera, ma ha continuato con il grande lavoro impostato dallo stesso Vicentini che era medico ricercato da fuori Teramo e fuori regione».

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