Michael Alessandrini: dopo l’omicidio di Pierpaolo era pronto a uccidere altri 2 ragazzi
L'assassino di Pierpaolo Panzieri avrebbe voluto uccidere almeno altre due persone: la confessione di Michael Alessandrini
Nessun familiare di Pierpaolo Panzieri riesce a farsene una ragione, non c’è un solo amico che lo conoscesse, una persona che lo abbia incontrato anche una sola volta nella vita, a trovare un solo neo nella vita del giovane di Pesaro. Perchè non c’era davvero nulla da dire su Pierpaolo, se non bene. Purtroppo però, la vita di questo amatissimo giovane è stata spezzata e, stando a quanto trapela in queste ore, a Pesaro, poteva succedere anche molto altro, perchè Michael Alessandrini, ha confessato che nel suo mirino, c’erano altre persone, “altri peccatori”. Lo raccontano oggi tutti i media nazionali, che da settimane seguono il caso, rivelando quella che sarebbe stata una parte della confessione di Alessandrini al suo rientro in Italia dopo l’arresto in Romania.
Michael Alessandrini era pronto a uccidere ancora
Lo ha detto lo stesso Alessandrini al gip Antonella Marrone nell’interrogatorio di venerdì scorso in carcere. Ha fatto anche nomi e cognomi, identificandoli persino col soprannome. Li considerava “peccatori“. Purtroppo nessuno si è reso conto, prima che Michael Alessandrini iniziasse a colpire, di quanto fossero gravi le sue condizioni di salute. Lo hanno ribadito i suoi parenti in questi giorni, parlando più volte anche con i giornalisti e raccontando della vita di inferno che sopportavano da tempo, senza che nessuno potesse aiutarli con Michael, che avrebbe avuto bisogno di cure. A detta dell’assassino di Pierpaolo, le persone da lui scelte, erano ” moralmente colpevoli ” ma di cosa e perché non lo sapeva nemmeno lui. Erano come dei bersagli che il suo dio, Javè, gli chiedeva di eliminare per il bene dell’umanità
Dopo l’omicidio di Pierpaolo però si è fermato. E’ partito alla volta dell’Ucraina, indossando ancora i vestisti sporchi di sangue, con il coltello che ha usato per uccidere il suo amico, e con il cellulare di Pierpaolo.
Sono due i ragazzi che erano nel mirino del killer. Anche loro, agli occhi dell’omicida, “andavano puniti – ha detto nell’interrogatorio – per adempiere al volere divino altrimenti avrei peccato. Io signor giudice sono un onesto criminale”. Saranno ascoltati questi ragazzi, anche per capire se Michael in qualche modo, li avesse contattati o avesse chiesto loro di vedersi per un appuntamento.