Nuove accuse del padre di Saman: uccisa dal fidanzato o dalla comunità
Torna a parlare il padre di Saman Abbas e punta il dito contro il fidanzato della ragazza: sarebbe stato lui a uccidere la 18enne
Dopo aver spiegato a Chi l’ha visto il punto di vista di Shabar Abbas, il suo avvocato torna a parlare con i giornalisti italiani e lo fa con la trasmissione Quarto Grado. Nella puntata del 17 febbraio in onda in prima serata su Canale 5, il legale del padre di Saman, ha spiegato che il suo assistito continua a proclamarsi innocente. Questo significa che a detta dell’uomo, Saman sarebbe stata uccisa da altre persone. Tesi parecchio fantasiosa, visto che, lo ricordiamo, a indicare il punto in cui il cadavere di Saman era stato seppellito ( quasi certamente con premeditazione, vista la profondità della fossa scavata per occultarlo) è stato lo zio della 18enne. Zio che nega di aver ucciso la ragazza ma di averla solo seppellita, dopo l’omicidio. Il padre di Saman, per la legge italiana, è uno dei colpevoli di questo omicidio mentre l’uomo, punta il dito contro altre persone, arrivando persino a ipotizzare che sua figlia sia stata uccisa dal suo fidanzato, che non si trovava neppure nella stessa città, la notte in cui la 18enne è stata ammazzata. Lo aveva già detto Shabar: Saman non aveva nessun problema con la sua famiglia. Peccato che esistano audio e messaggi che dimostrano tutt’altra situazione. In ogni caso, questo resta il suo punto di vista.
Parla il padre di Saman: uccisa dal suo fidanzato
“Per noi i colpevoli sono o il fidanzato o qualcuno nella comunità italiana“. Così, in un servizio di “Quarto Grado”, si esprime l’avvocato del padre di Saman Abbas, riportando le parole del suo assistito.
“La ragazza è stata rapita e uccisa, i genitori non c’entrano niente e neanche la famiglia“, continua l’uomo, sottolineando che era stata proprio Saman a chiedere loro di andare in Pakistan, con la promessa di raggiungerli quanto prima.
“È stato incolpato Danish, per esempio, ma, al momento, né noi né voi possiamo dire cosa sia successo realmente”, conclude l’avvocato. “Si punta il dito senza avere prove“. Eppure di prove ce ne sono, una su tutte appunto, la testimonianza di Danish che ha rivelato dove si trovassero i resti della ragazzina. Se fosse stata uccisa dal fidanzato o da altri, in queste tesi parecchio surreali, perchè suo zio avrebbe dovuto sapere dove si trovava il cadavere?